lungomare di ostia

Le ambulanze non passano? Colpa del traffico. Così Brinchi difende la ciclabile delle polemiche

Fernando M. Magliaro

Alle immagini dell’ambulanza rallentata e bloccata sul lungomare di Ostia grazie alla ciclabile che ne ha dimezzato le dimensioni, risponde, via Twitter, Stefano Brinchi presidente e Ad di Roma Servizi per la Mobilità, che scrive, testualmente: “Per fortuna il video parla da solo e dimostra chiaramente qual'è il complicato lavoro che i sanitari devono fare per muoversi nel traffico di una città. Questo si può comprendere, ma non che tutte le strade a senso unico con una corsia debbano essere rifatte”.

 

  

Il tuo browser non supporta il tag iframe

All’obiezione circa l’errata progettazione che mette in pericolo la vita delle persone in attesa di un’ambulanza, Brinchi aggiunge: “Guardi, le posso solo dire che può essere solo contrario o d'accordo con l'utilizzo dello spazio pubblico. Ma se associa la larghezza di una corsia con le difficoltà di transito allora dovrebbe chiedere di rivedere il codice della strada. Anche tutte le strade che hanno un marciapiede e sono larghe 3,25 metri, ma quelle non fanno notizia”.

 

Peccato che il Lungomare di Ostia non fosse così: lo hanno reso così stretto, tanto, appunto, che i mezzi di soccorso restano bloccati anche con due sole macchine in fila, con la creazione di una ciclabile progettata malissimo, in totale assenza di trasparenza sui costi e con problemi evidenziati dai ciclisti e dai Vigili Urbani del Gruppo di Ostia.

 

Nello specifico, i problemi che la ciclabile ha generato riguardano i mezzi dell’Ama non riescono a raggiungere agevolmente i cassonetti dei vari stabilimenti: in una città che già di suo annega nei rifiuti non è esattamente un tocco di genio. Poi, la cancellazione dei posti auto riservati ai disabili nelle vicinanza degli stabilimenti: ora un disabile parcheggia a centro strada e poi deve fare une trentina di metri per entrare in spiaggia. Ancora: la soppressione di ben 12 fermate delle linee che transitavano sul lungomare e che ora sono state deviate creando problemi all’utenza e allungando (semmai se ne fosse avvertita la necessità) ancor di più i tempi di percorrenza. 

Non bastasse, secondo i Vigili Urbani del Gruppo Ostia, il mancato coinvolgimento della Polizia locale nella fase di progettazione ha generato una serie di problemi fra i quali la mancata definizione dei confini fra la carreggiata riservata alle auto e quella per le due ruote. 

Da ultimo, i social sono pieni di immagini di questa ciclabile fatta con toppe di asfalto, sali e scendi dai marciapiedi, buche varie. Per la gioia dei cliclisti.

Resta aperto un problema: in molti casi la vita di una persona dipende dalla tempestività dell’arrivo di un’ambulanza e dalla velocità nel raggiungere un ospedale. Di fronte all’obiezione finale di aver limitato questa velocità dei mezzi di soccorsi; rifugiandosi dietro un tecnicismo assurdo (i 3 metri e 25 cm di una carreggiata) omettendo peraltro di dire che ora è questa la misura per la decisione di dimezzare la strada, Brinchi risponde: “ Ma non la volevo ingaggiare in un dibattito. Ho solo espresso la mia opinione rispetto ad una sua posizione che non riesco a capire”.