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Non bastava il flop di Raggi beach. Deserte pure le "spiagge urbane"

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Ci sono volute più di tre ore in sella a uno scooter da un capo all’altro della città per raggiungere le cinque «spiagge» o «stabilimenti» urbani che sono stati allestiti e aperti ieri mattina dall’Amministrazione in altrettanti parchi e ville. Ce la siamo andati proprio a cercare, sotto un caldo terribile, con il termometro fisso a 40 gradi centigradi. Ma ne è valsa la pena. E sì, un altro "flop", anzi cinque, dopo quello della spiaggia "regina", la Tiberis, documentato ieri su queste stesse pagine: non c’era un’anima viva. Negli spazi allestiti nel parco pubblico a ridosso dei palazzi del quartiere Torre Maura non avevano nemmeno aperto gli ombrelloni beige. Che tristezza! Per non parlare dei ragazzi ingaggiati dalla società capitolina Zetema e costretti a liquefarsi sotto il sole aspettando inutilmente qualche coraggioso residente in vena di fare la fine di un pollo al girarrosto. Ragazzi che vengono pagati, naturalmente. Soldi, così come quelli spesi anche quest’anno per Tiberis, buttati, è proprio il caso di dirlo, alle ortiche che proliferano lungo le sponde del Tevere e dentro parchi e "parchetti".

L’allestimento degli "stabilimenti" urbani, va detto, non lascia niente al caso. Dai cerchi sotto gli ombrelloni per delimitare gli spazi e rispettare il distanziamento fino ai distributori di disinfettante per le mani. Ma non solo. «Da lunedì (domani, ndr) arriveranno anche le "apette bar"», spiega uno degli addetti. In alcune "spiagge" sono stati già montati dei minibar per poter offrire una bibita oppure un gelato ai futuri - si spera - avventori. Oltre a quella di Torre Maura, ricordiamo che le aree attrezzate si trovano anche nel parco di Aguzzano, nel parco della Biblioteca Laurentina, nel parco Pino Lecce alla Magliana e all’interno di villa Pamphilj. Ieri, intanto, la Raggi è intervenuta sui social network per sponsorizzare la spiaggia Tiberis di  ponte Marconi. «Tiberis 2020 è stata pensata per chi è in città e vuole prendere il sole o rilassarsi d’estate. Si tratta di uno spazio pubblico, a ingresso gratuito, dotato di sdraio, ombrelloni, fontane rinfrescanti e nebulizzatori, ricorda la sindaca. E «quest’anno, vista l’emergenza coronavirus, per garantire la sicurezza di tutti i visitatori abbiamo raddoppiato l’area prato e previsto alcune misure come un sistema di gestione degli ingressi, un’app per valutare quante persone si trovano all’interno, e un servizio di pulizia continua di tutte le strutture. Con particolare attenzione ai lettini, le sedie e i bagni». Precauzione tanto doverose quante inutili, visto che sia ieri che oggi era deserta come lo è stata, del resto, tutta l’estate dello scorso anno (Sigismondo Valente).

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