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Gaia e Camilla travolte a Corso Francia, il processo a Pietro Genovese parte con un colpo di scena

Non ammesso il testimone chiamato dai legali del figlio del regista Paolo Genovese

Andrea Ossino
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Il processo che vede Pietro Genovese accusato di duplice omicidio stradale può iniziare. Il rito abbreviato è stato accolto. Ma il testimone che i difensori dell’imputato intendevano ascoltare non è stato ammesso e non potrà dunque raccontare gli attimi che hanno preceduto la morte di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, le due sedicenni travolte e uccise il 22 dicembre scorso mentre attraversavano Corso Francia.

La prima udienza sarà il 28 settembre, la seconda il 16 ottobre. Lo ha detto il giudice in aula parlando davanti agli avvocati delle parti, e alle famiglie delle due ragazze. A incastrare Pietro Genovese, figlio del regista Paolo Genovese, anche le conclusioni della consulenza firmata dall’ingegnere incaricato dalla Procura, il dottor Mario Scipione. Il perito infatti ha parlato di un concorso di colpa dovuto al fatto che le due studentesse del Liceo Gaetano De Sanctis avrebbero attraversato lo stradone a due passi da Ponte Milvio, nel cuore della movida di Roma Nord, maldestramente, lontano dalle strisce pedonali. Una circostanza smentita invece dal perito nominato dalla famiglia Romagnoli. Ad ogni modo anche il consulente del pm non ha avuto dubbi: “Il sinistro non si sarebbe verificato se il Genovese, che guidava sotto l’effetto dell’alcol, avesse marciato alla velocità massima imposta di 50 chilometri orari”, si legge negli atti.  Una circostanza confermata anche dalle condizioni della vettura dell’indagato: per riparare la Renault Kaleos fortemente danneggiata dall’impatto sono stati stimati costi che si aggirano intorno alle 17 mila euro.

 

Inoltre, secondo l’accusa, il ragazzo ha guidato sotto l’effetto dell’alcol e, probabilmente, avrebbe utilizzato anche il cellulare. Tutte circostanze che hanno convinto il pubblico ministero Roberto Felici a rigettare la proposta di patteggiamento avanzata dagli avvocati Franco Coppi e Gianluca Tognozzi. Da qui la scelta del rito abbreviato, che potrebbe portare la riduzione di un terzo dell’eventuale condanna che verrà emessa al termine di processo che inizierà a breve. 

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