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Clan Spada, sette condanne per la sparatoria del 2013

Andrea Ossino
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Nell’estate del 2013 il reciproco tentato omicidio tra Marco “Barboncino” Esposito e Ottavio Spada ha testimoniato il fallimento dell’ennesimo tentativo criminale di stabilire una “pax” capace di mettere fine agli spari in virtù degli affari. Per quei fatti oggi il Tribunale di Roma ha condannato le sette persone che a vario titolo si sono rese protagoniste della sparatoria avvenuta a pochi metri dalla sala slot “Italy Poker”. Venti anni di carcere che costeranno a Ottavio Spada, accusato di tentato omicidio, altri 8 anni di prigione, oltre a quelli che rischia quando gli altri processi a suo carico saranno terminati. Il conflitto a fuoco del 17 luglio 2013 verrà pagato da Carmine Spada con 3 anni di reclusione.

Quella rissa degenerata in un reciproco tentato omicidio in cui Ottavio Spada, nipote di Romoletto, era rimasto ferito al polpaccio a causa di due colpi di pistola ha fatto emergere come l’antica rivalità tra la famiglia Fasciani e i Triassi fosse stata portata avanti dalle nuove leve degli Spada e degli Esposito.
Quella notte i residenti, allarmati per gli spari uditi, hanno allertato i carabinieri che, accorsi sul posto, hanno rinvenuto solo le tracce di sangue. I protagonisti sono stati rintracciati in seguito grazie alle testimonianze raccolte. All’episodio ha assistito anche la giornalista di Repubblica Federica Angeli, in seguito sotto scorta a causa della testimonianza resa agli inquirenti.  

Sono numerosi i tentativi di pax mafiosa andati in fumo:La gambizzazione di Vito Triassi nel 2007, l’omicidio dei capi del clan Baficchio nel 2011, il reciproco tentato omicidio tra Marco “Barboncino” Esposito e Ottavio Spada del 2013, la gambizzazioni di Massimo Cardoni ordinate dagli Spada nel 2015, il duplice tentativo di uccidere il boss Carmine Spada nel 2016 e la gambizzazione avvenuta l’anno seguente ai danni di un uomo vicino al clan Fasciani, Alessio Ferreri: I tentativi di tutelare gli affari criminali sono naufragati davanti alla voglia di sangue delle nuove leve criminali.

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