I Bed & Breakfast in crisi per sopravvivere affittano ai privati
Riconvertono i contratti e affittano transitoriamente ai privati. E a farlo in questo momento sono più che altro infermieri, medici, ma anche liberi professionisti «costretti» comunque a spostarsi per lavoro in tempi di ristrettezze e divieti vari. È il fenomeno dei b&b che fino a prima della pandemia erano destinati ai turisti, soprattutto in centro, ma che ora sono vuoti e per i proprietari diventano una spesa insostenibile.
L'alternativa, allora, almeno per guadagnare qualcosa è affittarli ai privati e si tratta di un mercato che è scoppiato proprio negli ultimi due mesi e che ha numeri di tutto rispetto. Se infatti prima del covid il mercato dei cosiddetti “transitori”, vale a dire contratti che durano normalmente da uno a diciotto mesi, era decisamente sottotono viaggiando su percentuali di un contratto su dieci di quelli destinati al turistico, oggi quella percentuale è schizzata a cinque su dieci e il motivo è presto detto. «Se non si fa così si lasciano vuoti, altra alternativa non c'è – spiega Federico Salomone che gestisce una rete di 40 b&b a Roma anche in zone come Trastevere – però lasciarli vuoti significa costi come il mutuo, l'Imu, le utenze. E allora si preferisce darli via a privati guadagnando certo molto meno». Un esempio? Un b&b a Termini di tre camere veniva affittato fino a febbraio a circa 180 euro al giorno, per un proprietario significa guadagnare anche fino a 4 mila euro al mese. Oggi la stessa metratura potrebbe essere affittata al massimo a 2 mila euro. Meglio di niente, comunque. «Il fenomeno sta diventando particolarmente presente in zone turistiche come Trastevere o la stazione Termini o ancora l'Esquilino e piazza Vittorio – continua Salomone – e con il covid ha visto un discreto aumento dovuto anche al fatto che chi ha esigenza di lavoro per venire a Roma non ha trovato alberghi disponibili perché chiusi o comunque si fida di più ad andare in un appartamento piuttosto che in una camera di una struttura ricettiva». E nei prossimi mesi potrebbe anche andare meglio per questo settore di mercato. Secondo gli esperti, infatti, il segmento dell'extra ricettivo non si riprenderà prima del prossimo anno; nel frattempo il transitorio si consoliderà anche e soprattutto migliorerà dal punto di vista qualitativo.
«Prima chi sottostava a questa tipologia di contratti – dice ancora Salomone – affittava case spoglie, con pochi servizi, si dava il minimo indispensabile al cliente. Oggi, invece, quegli stessi appartamenti hanno arredamenti moderni, di design, pieni di comfort, perfino con vasche idromassaggio, ma i prezzi necessariamente restano più bassi del segmento turistico vero e proprio».
La clientela è destinata a cambiare una volta che si attenuerà l'emergenza sanitaria, da medici a infermieri si passerà in prevalenza a liberi professionisti che si dovranno spostare per lavoro. Certo è che i proprietari sono pronti a cogliere l'opportunità che non è certo un business ma che potrebbe diventarlo in era covid. Lo confermano anche da Assoviaggi Confesercenti: «Il turismo non decolla e il settore extralberghiero è tra quelli più in crisi, non prevediamo una ripresa in tempi brevi ma nuove forme di ricettività sono possibili e sicuramente in espansione in questo momento così difficile per i comparti più tradizionali».