violenza
Anziano vittima di usura preso a bastonate. Due arresti a Roma
La piaga dell’usura non si arresta nella Capitale e tantomeno gli aguzzini che, neanche dopo la terribile pandemia da Covid-19, si fermano dal minacciare, aggredire e soggiogare le loro vittime. La vittima questa volta è un imprenditore ottantenne che a causa delle difficoltà economiche affrontate dalla sua impresa edile, al tempo gestita, aveva ricevuto dal 2013, in più soluzioni, diversi prestiti per la somma complessiva di euro 375.000, subendo interessi usurari nella maggior parte dei casi pari a 10% mensile. In diverse occasioni, nonostante le restituzioni, la vittima era stata minacciata e aggredita fisicamente sia a mani nude sia con un bastone, al fine di ottenere ulteriori vantaggi usurari.
Non solo. Il creditore usuraio pressava continuamente l’anziano per indurlo ad alienare i beni immobili di sua proprietà, al fine di reperire il denaro necessario per estinguere il prestito. Questo ha portato la vittima ad accumulare un importo corrisposto a non meno di 800.000 euro. Una cifra impressionante quadruplicata proprio a causa degli interessi usurari.
Questa mattina però per due usurai sono scattate le manette. Grazie ai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma E.U.R. che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di due persone, ritenute responsabili di usura ed estorsione. Il provvedimento consegue alle indagini dirette da Pubblico Ministero del pool della Procura di Roma - Reati contro il Patrimonio, coordinato dal Procuratore Aggiunto Lucia Lotti.
L’attività investigativa è stata avviata lo scorso gennaio, a seguito delle dichiarazioni rese ai Carabinieri della Stazione Roma – IV Miglio Appio da un imprenditore edile, disperato per non riuscire più a far fronte ad alcuni prestiti concessigli a tassi usurari.
La stessa vittima, inoltre, per riuscire a saldare il debito, nel 2015 si vedeva costretto a rivolgersi ad un altro finanziatore che autonomamente - facendo leva sulla difficile situazione economica dell’uomo - elargiva un prestito di euro 50.000 con l’applicazione del tasso d’interesse mensile del 10%. E anche in questo caso, il nuovo creditore, al fine di ottenere la restituzione del capitale prestato e degli interessi maturati nel tempo, vessava il debitore facendo intendere che avrebbe subito ripercussioni fisiche. Ciò accadeva in un’occasione, allorquando l’anziano veniva malmenato per non essere riuscito ad ottemperare ad una consegna di denaro.
Ad incastrare i due usurai sono state le intercettazioni telefoniche che hanno fatto emergere ancora di più la capacità criminale degli usurai che agivano sempre con estrema prudenza nell’organizzare gli incontri con la vittima che diventavano sempre più insistenti. La condotta criminosa degli indagati non si era fermata neppure dinanzi alle prospettate difficoltà dell’imprenditore a reperire il denaro, a causa delle limitazioni imposte sulla circolazione per il contenimento dell’emergenza epidemiologica del Covid-19. Le indagini hanno portato alla luce i gravi reati contestati e le conseguenze derivate dai comportamenti usurari tenuti dai due finanziatori che, approfittando della vulnerabilità della vittima dovuta anche all’età, nonché delle sue precarie condizioni economiche e di salute, l’avevano costretta ad accettare le illecite condizioni imposte per i prestiti richiesti.