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Bufera sul nuovo concorso in Protezione civile, i sindacati: precedenza al personale interno

protezione civile

Grazia Maria Coletti
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Bufera sul concorso per 30 persone in Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento della Protezione Civile, previsto dall'articolo 261 del Decreto Rilancio Italia, recentemente pubblicato in Gazzetta ufficiale. A sollevare la questione sono i sindacati Snaprecom, Usb, Sipre e Ugl (sigle che hanno la maggioranza assoluta della rappresentatività in Presidenza del Consiglio dei ministri), che hanno scritto una lettera all'Amministrazione per chiedere un incontro finalizzato all'individuazione di una soluzione per il personale utilmente collocato in graduatoria ma rimasto ancora al palo, in quanto solo 3 unità erano state inserite in categoria A F1, e i rimanenti partecipanti sono rimasti al momento esclusi. "Ora, con il nuovo concorso - sottolineano i sindacati - rimarrebbero definitivamente esclusi". Da qui la domanda: "Perché non prendere i colleghi che sono già presenti sul posto di combattimento in Protezione civile e che potrebbero essere, quindi, immediatamente e utilmente impiegati senza alcun tipo di formazione?". Ma ecco cosa sta accadendo nel dettaglio. Lo spiegano Fulvio Ferrazzano (Segretario generale dello Snaprecom), Bruno Stramaccioni (Coordinatore nazionale Usb), Alfredo Macrì (Presidente del Sipre) e Roberto Rossi (Coordinatore nazionale Ugl). Che succede. "L'art. 261 del Rilancio Italia - spiegano i sindacalisti - autorizza la Presidenza del Consiglio dei ministri, per le esigenze del Dipartimento della protezione civile, ad indire procedure di reclutamento e ad assumere a tempo indeterminato, tramite concorso pubblico o utilizzazione di graduatorie vigenti di concorsi pubblici, 30 unità di personale di qualifica non dirigenziale e specializzazione di tipo tecnico da inquadrare nella categoria A, fascia retributiva F1, del ruolo speciale della protezione civile. Il nodo al pettine. "Una tale articolazione si presenta come farraginosa e difficile da attuare per un Dipartimento come la Protezione Civile che ha invece la necessità di rispondere in tempo reale alle problematiche generate dall'emergenza nazionale determinata dal Coronavirus" sottolineano i sindacalisti di Snaprecom, Usb, Sipre e Ugl. La soluzione. "Chi meglio del personale già in servizio nel Dipartimento possiede tutte le caratteristiche richieste? Infatti, il personale interessato, oltre a prestare servizio già da anni nel Dipartimento della protezione civile, è anche in possesso della professionalità sufficiente per rispondere alle esigenze immediate di un'emergenza come quella del Coronavirus". Il personale che serve c'è già. "A tal proposito - proseguono i sindacalisti - è appena il caso di segnalare che tale personale, in possesso di tutti i titoli richiesti, ha già partecipato ad una procedura di selezione per il passaggio dalla categoria B alla categoria A, ai sensi dell'articolo 22, comma 15, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, indetta con decreto del Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 12 luglio 2019. La relativa graduatoria - riservata al personale appartenente al ruolo speciale del Dipartimento della protezione civile - è ancora valida e non si comprendono i motivi che impediscono di utilizzarla! Motivi affatto disprezzabili! E solo per citarne qualcuno: risparmi notevoli con costi prossimi allo zero trattandosi di personale già in servizio! Capacità immediata di impiego in tutte le eventuali situazioni emergenziali in quanto si tratta di personale che non ha necessità di alcuna formazione e infine, sul piano puro e semplice della spesa pubblica, una oculata ed economica gestione delle risorse umane, utilizzando i risparmi così effettuati per la reinternalizzazione dei servizi".

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