le regole della diocesi di Roma
Via agli oratori estivi, mini gruppi di bimbi, mascherine e triage
Via libera agli oratori nelle parrocchie di Roma con le dovute precauzioni come mascherine obbligatorie, piccoli gruppi, dispenser per le mani e triage per l’accoglienza dei bambini. L’Ufficio catechistico e dal servizio per la pastorale giovanile della diocesi di Roma, ha infatti presentato le indicazioni per la realizzazione degli oratori estivi in tempo di pandemia. " Mini gruppi e mascherine. "Gli oratori estivi quest’anno - si legge nel testo - vanno immaginati come una molteplicità di piccoli oratori autonomi e separati tra loro all’interno della proposta della parrocchia. I bambini vanno divisi in gruppi completamente autonomi l’uno dall’altro che non devono mai intercettarsi, ma essere, pur nello stesso ambiente, rigidamente separati tra loro. Il riferimento, il volto dell’oratorio per ogni bambina e bambino, sarà il responsabile di tutti i "piccoli oratori" (il parroco o il direttore dell’oratorio), l’animatore o al massimo i due animatori del gruppetto, gli altri amici del proprio piccolo oratorio, gli addetti dell’igiene. Le regole. "Il rapporto numerico minimo fra operatori e bambini così è fissato dalle linee guida del governo: uno per i bambini in età di scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni), un rapporto di un adulto ogni 5 bambini; due per i bambini in età di scuola primaria (dai 6 agli 11 anni), un rapporto di un adulto ogni 7 bambini; tre per gli adolescenti in età di scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni), un rapporto di un adulto ogni 10 adolescenti. Bimbi disabili. Per i bambini con disabilità dovrà essere previsto un rapporto con gli educatori 1 ad 1 e ovviamente con una cura e delicatezza perchè il bambino e bambina disabile sia accolto/a nella massima sicurezza e tutela. Ogni gruppo deve avere un responsabile maggiorenne (per esempio un viceparroco, un catechista, un volontario della parrocchia, un educatore, un giovane...); laddove ci siano animatori minorenni il gruppo dovrà scendere di un’unità (sei bambini più un adolescente)». Certificati per gli educatori. Gli educatori, si legge ancora nella nota della Diocesi di Roma, "devono avere una certificazione medica che attesti le loro buone condizioni di salute». Le linee guida, al momento, non sembrano indicare l’obbligo del tampone e dell’esame sierologico, ma nel progetto viene indicato che ci sia questa certificazione medica". Stessi gruppi. Inoltre, "i gruppi non devono cambiare mai e devono rimanere tali per tutto il tempo dell’oratorio. Se per esempio all’inizio di una settimana in un gruppo di sette bambini ne rimangono solo tre, non vanno mescolati in altri gruppi o se una mattina un gruppo si ritrova con diversi assenti, i pochi bambini rimasti non devono essere integrati in un gruppo nuovo. È vietato che un bambino nuovo entri in un gruppo che già si è formato precedentemente. Cosa è vietato. Non sono possibili le accoglienze giornaliere. Se arriva un nuovo bambino non può essere messo al posto di un altro che ha lasciato l’oratorio: ma si deve formare un gruppo nuovo di bambini che arrivano solo per quella settimana. Gli educatori devono sempre rimanere gli stessi: qualora ce ne fossero due in un gruppo si possono alternare, ma quegli educatori non devono mai andare a sostituire animatori in altri gruppi. Ciò richiede una maggiore responsabilità dei nostri animatori. Infine, durante le attività i bambini devono indossare la mascherina. Se l’oratorio dura tutto il giorno, si chiede che in una giornata ogni bambino, compreso l’animatore, abbia due mascherine in modo da poterla cambiare a metà giornata. All’interno del gruppo si favoriscano attività che permettano il più possibile la distanza fisica di 1 metro". Per ridurre al minimo la necessità di igienizzare gli spazi interni, "bisogna progettare l’oratorio perché si svolga quanto più possibile all’aperto". "In ogni luogo o stanza del gruppo - si legge ancora nelle linee guida della Diocesi di Roma - è bene avere dell’igienizzante. È importante che la fase di arrivo e uscita dei bambini si svolga senza comportare assembramento negli ingressi delle aree interessate. Per questo è opportuno scaglionarne la programmazione nell’arco di un tempo complessivo congruo, prevedendo una pausa di almeno 5 minuti tra un gruppo e l’altro. Per evitare che gli adulti accompagnatori entrino nei luoghi adibiti allo svolgimento delle attività, è meglio che i punti di accoglienza siano all’esterno o che ci sia un opportuno ingresso separato. Rimane però obbligatorio allestire un vero e proprio triage d’accoglienza nel quale siano segnalate con appositi riferimenti le distanze da rispettare. All’ingresso, nel triage di accoglienza, per ogni bambino va predisposto il lavaggio delle mani con acqua e sapone o con del gel igienizzante. Similmente all’uscita. A ogni animatore e bambino deve essere misurata la temperatura corporea all’ingresso nell’area dell’oratorio. Il triage. Nel triage si entra uno alla volta, il bambino con l’accompagnatore. È necessario preparare per ogni bambino una semplice scheda giornaliera che si riempie davanti all’accompagnatore (che poi la firma), in cui viene scritto se il bambino ha avuto la febbre, tosse, difficoltà respiratoria o è stato male a casa, e sulla quale infine si riporta la temperatura di quella mattina. Per prendere la temperatura: dopo aver igienizzato le mani, si verifica della temperatura corporea con rilevatore di temperatura corporea o termometro senza contatto (da pulire con una salvietta igienizzante o cotone imbevuto di alcool prima del primo utilizzo e alla fine dell’accoglienza e in caso di possibile contaminazione, ad esempio, se il bambino inavvertitamente entra in contatto con lo strumento o si mette a tossire durante la misurazione). La stessa procedura va posta in essere all’entrata per gli animatori", conclude.