ABITANTI INFURIATI
Riparte la movida, prima rissa a Ponte Milvio
La voglia di uscire, di incontrarsi, di chiacchierare e di bere un drink è ripartita alla grande con la fine del lockdown. La movida a Roma è già cominciata all’inizio della settimana. «Qualche giorno fa nel quadrilatero delle movida di Ponte Milvio, a via Riano, è successo molto peggio che un assembramento su strada. Davanti a un locale molto frequentato da giovani bevute, schiamazzi e anche una rissa. Tutto andato in scena dall’ora dell’aperitivo fin a ben oltre la mezzanotte del 18 maggio, primo giorno di apertura. Alla fine sono dovute intervenire le forze dell’ordine». È questa la denuncia, raccolta da Adnkronos, di Paolo Salonia, portavoce del comitato Abitare Ponte Milvio. «Ci sono locali in zona, come questo bar, di dimensioni ridicole, circa 3 metri quadri, ed è ovvio che poi tutto si svolge sulla strada. La normativa ci dice che il gestore del locale è responsabile di quanto accade antistante al suo locale, soprattutto quando non ha lo spazio sufficiente a contenere tutti gli avventori», spiega Salonia che non nasconde la «preoccupazione dei residenti» con l’avvicinarsi del weekend. «Se non era tollerabile prima, figuriamoci ora ancora in emergenza sanitaria. Servono maggiori controlli, spesso assenti - evidenzia il portavoce dei residenti del quartiere - Sono anni che denunciamo: si continuano a dare licenze e aprono nuovi bar che non hanno nemmeno gli spazi fisici. Tutta l’area di Ponte Milvio si è trasformata così in un grosso locale a cielo aperto di somministrazione bevande senza soluzione di continuità». «Naturalmente non sono tutti uguali: ci sono gestori a Ponte Milvio - continua Salonia - che si comportanto in maniera rigorosa, rispettando le normative vigenti. E comprendo a pieno le difficoltà arrecate dal lockdown, ma non si possono certo giustificare gli irresponsabili che continuano a fregarsene danneggiando tutto il resto della categoria. La movida è un fatto complesso, lo sappiamo, e non mi piace che si banalizzi il discorso colpevolizzando i giovani che hanno il diritto di divertirsi. Siamo noi adulti che dobbiamo proporgli un’offerta migliore. Siano gli stessi proprietari del locali a provvedere al rispetto delle regole, altrimenti è evidente che hanno oggettive responsabilità».