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A Roma i ristoranti riaprono nel caos delibere

Quattro delibere per concedere più tavoli all'aperto a bar e trattorie nella Capitale ma nelle linee guida dell'Inail sono previsti due metri di distanza

Damiana Verucci
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Ci sono ben 4 proposte di delibera per concedere più tavoli all'aperto per bar e ristoranti eppure lunedì gli stessi esercenti apriranno con almeno la metà dei coperti che avevano prima del covid. Sì, perché mentre è certa l'esigenza di distanziamento che secondo le linee guida dell'Inail dovrà essere di 2 metri da un tavolo all'altro, incerto è invece se, ma soprattutto, quando potranno aumentare almeno la superficie esterna fino al 35% come promesso dalla sindaca Raggi ormai quasi un mese fa. Sul tavolo ci sono ad oggi 4 proposte di delibera: una del presidente della commissione capitolina al commercio Andrea Coia, una seconda targata Pd, un'altra Fratelli d'Italia e una quarta della maggioranza Cinque Stelle presentata ieri in Giunta. Quella che, a rigor di logica, avrà la meglio. Viene da chiedersi perché non ci sia una convergenza almeno nella stessa maggioranza visto che Coia fa parte della compagine cinque Stelle ma tant' è. Ieri lui stesso ci teneva a sottolineare che «le due proposte sono abbastanza simili sebbene quella di Giunta contenga l'asseveramento di un tecnico perché sia “presentabile” e questo ha un costo anche di mille euro o più che grava sull'esercente, mentre la mia no». Per poi aggiungere «quella di giunta sarà più facile che passi almeno per gli uffici», che sono poi quelli che possono mettere più facilmente i bastoni tra le ruote nel corso dell'iter. Ma appunto, l'iter. Sepolta una volta per tutte l'ipotesi ordinanza, richiesta a gran voce dalle associazioni del settore esercenti, ma rispedita al mittente sia dalla maggioranza che da parte dell'opposizione, si va per il «solito» iter o quasi. Perché in attesa che il Governo con il Decreto Rilancio tolga fino al 31 ottobre il parere vincolante della Sovrintendenza, si chiederebbe all'esercente di presentare un progetto, asseverato appunto da un tecnico, e intanto di poter mettere più tavoli all'aperto mentre la domanda arriva ai municipi competenti e passano 20 giorni secondo Coia, 30 secondo la proposta di Giunta, per la risposta che se è positiva tutto ok, se negativa via i tavoli in più. A meno che i capigruppo non si mettano d'accordo per fare in modo che la procedura sia ancora più veloce e allora si potrebbe saltare il passaggio ai municipi. Ai vigili verrà sempre lasciato il potere di controllo successivo sulla nuova o ampliata occupazione all'aperto anche perché si dovrà rispettare la distanza dai monumenti e il codice della strada. Sarebbe stata meglio l'autocertificazione? Si chiede il Pd, ma la proposta è stata rimandata al mittente dalla maggioranza, che continua a discutere ma il tempo passa ed è un tempo prezioso nel periodo covid. Gli esercenti sono sull'orlo di una crisi senza precedenti: in molti si dicono non sicuri di poter aprire, lo spiraglio maggiore occupazione esterna è per loro molto più di una boccata d'ossigeno ma i tempi sono fondamentali e se forse il dibattito fosse iniziato prima magari oggi sarebbero stati nelle condizioni di aprire con già più tavoli da poter mettere all'esterno. Invece? Ora si sta cercando di correre ai ripari e l'obiettivo è giugno per poter iniziare a vedere qualche tavolo in più all'aperto. Se inizio giugno oppure oltre bisognerà aspettare ancora.

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