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Coronavirus, scoppia la rivolta dei mercati

La rabbia di non poter lavorare parte da chi ha un banco o un negozio che non vende alimenti

Damiana Verucci
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Chiedono di riaprire i banchi che ad oggi sono rimasti chiusi per decreto del Governo, ad eccezione di quelli alimentari. Le associazioni di categoria non ci stanno, a cominciare dalla Fiva Confcommercio con Valter Papetti, che all'incontro di ieri non le ha mandate a dire all'assessore regionale al commercio, Paolo Orneli. «Non capisco perché per una questione di codici Ateco i centri commerciali, ad esempio, possono riaprire il reparto profumeria e chi ha un banco al mercato non può farlo, così come chi ha un banco di calzature per bambini o di casalinghi, che a differenza dei negozi che hanno già riaperto deve invece stare chiuso. In alcuni mercati plateatici chi ha aperto pensando di poterlo fare è stato multato».  Per approfondire leggi anche: Stop ai mercati in strada Il tema c'è ed stato sottoposto alla Regione anche per quanto riguarda i mercati settimanali che sono 74 a Roma e che sono chiusi da due mesi insieme a tutte le rotazioni, più di mille nella Capitale. «Se si pensa che nei settimanali ci sono 40-50 banchi a mercato si fa velocemente il conto di quanti operatori e le loro famiglie non guadagnano un euro da due mesi», chiosa Papetti. Intanto la Regione ha chiesto anche ai mercati di presentare loro delle linee guida per la riapertura, come sta facendo questa settimana con tutte le altre categorie produttive. Sia Confcommercio che Confartigianato che Cna hanno fornito o forniranno a breve le loro... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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