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Al San Camillo sabotato il pc per il test Covid-19E lo Spallanzani è attaccato dagli hacker

L'ingresso del San Camillo

Irruzione nella notte: la macchina doveva partire oggi

Alessandro Austini
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All'ospedale San Camillo sono state sabotate le apparecchiature del laboratorio per effettuare i test per il Covid-19 che doveva partire oggi. Si legge in un post di Salute Lazio, il portale Facebook dell'assessorato alla Sanità e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio. Un atto studiato a mente fredda, con la demolizione degli elaboratori, rotti e divelti, e i computer sabotati. «Un fatto gravissimo che ci indigna - commenta l'assessore Alessio D'Amato - è stato sabotato il laboratorio per il test del Covid-19 che doveva essere attivo da oggi con 300 test al giorno. È stata presentata denuncia ai carabinieri, i colpevoli dovranno essere puniti», aggiunge. E non finisce qui: «C'è stato anche un attacco hacker allo Spallanzani ma senza successo - aggiunge D'Amato - quella del San Camillo è invece una vera e propria demolizione degli elaboratori». Per cui c'è stato un attacco ai computer e le tecnologie «hanno rotto e staccato cavi». Un attacco secondo D'Amato «vigliacco». Anche il governatore Zingaretti ha parlato di un fatto «gravissimo e mi auguro che presto siano individuati i responsabili». «Un gesto criminale che colpisce cittadini e dipendenti dell'Ospedale», commenta il direttore generale Fabrizio d'Alba, che racconta: «Questa mattina come previsto e annunciato avrebbe dovuto prendere inizio il programma per l'effettuazione del test per il coronavirus. Nell'accendere la strumentazione il tecnico della Elettrobiochimica ha constatato che il pc dedicato non si accendeva. Una volta aperta la macchina è stato verificato la mancanza dell'hard disk e della cavetteria di accensione». «L'azienda - prosegue - ha immediatamente sporto denuncia all'autorità giudiziaria e nel contempo richiesto alla ditta fornitrice dei macchinari sostitutivi. Un nuovo pc con i programmi relativi allo strumento e il supporto di tecnico per ripristinare il collegamento e la calibrazione della strumentazione. Il macchinario a cui è stata sottratto il sistema operativo è stato utilizzato fino allo scorso 27 marzo. Stiamo lavorando con la ditta per accorciare al massimo i tempi di ripristino - conclude il dg - la nostra volontà è tenere la barra a dritta per non permettere a gesti criminali di bloccare il percorso dell'Ospedale San Camillo per il contrasto della diffusione del virus».

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