emergenza coronavirus
Per far funzionare il Forlanini bastano 8 milioni. Ma la Regione è ferma
Ristrutturare l’ala Martelli e far tornare una parte del Forlanini a essere un ospedale funzionante costerebbe 8 milioni di euro. A rivelarlo è Roberta Angelilli, componente dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia. La Angelilli cita un dossier del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulle strategie per il recupero, la valorizzazione e la riqualificazione di alcuni immobili a Roma. Tra questi, figurano ad esempio la Zecca di piazza Verdi e, appunto, il Forlanini, per il quale il ministero ipotizza la destinazione a «Casa delle organizzazioni internazionali». L’ex ospedale ha una estensione di 169mila metri quadrati e «la sua riqualificazione - spiega la Angelilli - per una qualsiasi destinazione d’uso sarebbe di 200 milioni di euro: la stima è compresa tra i 1.100 e i 1.300 euro al metro quadro». «Questo significa - aggiunge l’esponente di FdI - che questo costo dovrà essere affrontato, qualsiasi sia la destinazione finale dell’immobile, visto che non si intravedono all’orizzonte soluzioni che prevedano l’intervento di soggetti privati come compratori». Usare il Forlanini per l’emergenza Coronavirus avrebbe quindi un costo relativamente basso, se si ipotizzasse di utilizzare solo l’ala Martelli. Un’ipotesi che ha trovato il favore anche dell’archistar Massimilino Fuksas. «Si tratterebbe - rilancia la Angelilli - di recuperare dai 3 ai 5 mila metri quadri nelle aree meno compromesse del complesso. I costi sarebbero di circa 1.300 euro al metro quadro, al netto dei costi degli arredi e delle tecnologie sanitarie, cioè circa 8 milioni. I tempi di realizzazione sarebbero di qualche mese, ricorrendo alla decretazione d’urgenza». Sul futuro del Forlanini la Regione è in stand-by da 15 anni. I progetti in campo - ricorda la Angelilli - sono tre: la Cittadella delle organizzazioni internazionali; una sede per gli uffici regionali (gli oneri sarebbero a carico della Regione, che però risparmierebbe sui costi di affitto per le attuali sede); recuperare la struttura come ospedale o presidio sanitario usando i fondi dello Stato per l’edilizia sanitaria. «Il Forlanini viene lasciato progressivamente all’abbandono - denuncia l’esponente di FdI - senza sorveglianza e regolarmente occupato da abusivi e sbandati. Il Mef nel frattempo paga per le organizzazioni internazionali affitti per 14 milioni, compreso il palazzo in cui ha sede l’Ifad. La Regione a sua volta paga 3 milioni l’anno per complessivi 18 milioni un palazzo sull’Anagnina preso in affitto per gli uffici regionali. Il Forlanini potrebbe essere riutilizzato e in tutti i casi a pagare sarebbero i contribuenti. Tanto vale pagare per farlo tornare a essere un ospedale. Renderlo una Cittadella delle organizzazioni internazionali è una follia. L’Ifad lavora con 200 Ong di cui 49 operanti in Europa meridionale e Medio Oriente; il World Food Programme in stabile partnership con mille Ong, poiché il 75% delle attività avvengono in sinergia con loro. E lo Stato paga per i loro affitti 14 milioni l’anno. Sicuri convenga spenderne altri 200 per ristrutturare il Forlanini e regalarglielo? Meglio restituirlo ai cittadini come ospedale o uffici della Regione».