Torna l'artigianato con i detenuti
Nascerà a San Lorenzo un centro di produzione di sandali creati da persone in esecuzione penale
Un passo verso la libertà con magari un paio di sandali ai piedi. Nasce così, durante la pandemia causata dal coronavirus, il progetto “A piede libero”. Nonostante le evidenti difficoltà del momento, tra pericoli, polemiche e rivolte nelle carceri «abbiamo deciso di renderlo comunque operativo, perché pensiamo ci sia bisogno di un "controcontagio" di buone idee e soprattutto azioni. Proprio ora che tutti ne stiamo sperimentando la privazione, la libertà è un sogno da inseguire insieme». L'idea nasce dall'associazione Semi di Libertà Onlus che da anni si occupa del reinserimento nella società di persone in esecuzione penale. A presentarla è il presidente dell'associazione Paolo Strano: «Stiamo allestendo a San Lorenzo un laboratorio per la produzione di sandali artigianali, fatti a mano con materie prime italiane di ottima qualità. Ogni pezzo prodotto sarà unico». Il fine di questo lavoro è quello di fornire ai detenuti impiegati, una nuova visione della vita che li porti ad abbandonare definitivamente quella cultura criminale con la quale erano entrati in carcere. Per fare questo è necessario fornire loro un'alternativa alla recidiva, ossia quell'attitudine a commettere nuovi reati una volta riacquistata la libertà. Ecco necessaria dunque una formazione professionale capace di insegnare un lavoro spendibile anche nel futuro. L'attività scelta si va ad inserire in un settore di nicchia come quello dell'artigianato che, dopo una crisi all'apparenza irreversibile, sembra aver trovato un proprio collocamento ed ora è pronto per un rilancio grazie alla richiesta sempre più elevata di prodotti di qualità e non uniformi, come invece lo sono i beni industriali. I clienti potranno creare, insieme ai consigli e al lavoro degli artigiani, il sandalo che più corrisponde ai propri gusti. La misura sarà modellata sul piede del compratore che potrà scegliere il colore e l'altezza del tacco. «I Sandali Capresi sono conosciuti in tutto il mondo per via della loro bellezza e semplicità, sono realizzati artigianalmente, con cuoio toscano certificato e sono personalizzabili”. Descrive così i prodotti Paolo Strano che aggiunge: «Saranno realizzati in molte varianti riconducibili a due tipologie principali, classico (T - Kelly, Schiava Romana, Delizioso, Mezzoragno, etc.) e gioiello (fascia anello, cavigliera, “prezioso”, con decorazioni di bigiotteria, pietre o swarovski). Ogni sandalo sarà accompagnato da un certificato con numerazione progressiva ad attestarne la provenienza delle materie prime». Ci sarà una linea di prodotti “pronti”, solo da scegliere, ed una di sandali su misura, con misurazioni realizzabili presso i punti fisici di rivendita ma anche online, con la predisposizione di un PDF scaricabile di misurazione per le personalizzazioni. La prima fase del progetto, della durata di due mesi, prevede la formazione di due detenuti scelti attraverso una selezione fatta durante incontri preliminari, volti a individuare gli utenti con maggiori motivazioni e attitudini. Ad insegnare il mestiere sarà Giammarco Marzi, artigiano con oltre trent'anni di attività nel settore, particolarmente sensibile al tema dell'inclusione di persone socialmente svantaggiate. Il corso si terrà dal lunedì al giovedì, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18, su due postazioni di lavoro seguite dallo stesso Marzi. Durante questa fase formativa verranno prodotti sei sandali al giorno, tre per detenuto, e saranno approfondite le varie tecniche produttive e le diverse tipologie di sandalo. Parallelo alla formazione professionale, ci sarà un percorso di riflessione personale atto ad acquisire il proprio progetto di sviluppo sia in ambito lavorativo che in quello di vita. Gli incontri individuali saranno tenuti dalla psicologa di “Semi di Liberta”, dott.ssa Di Girolamo. Ai detenuti in formazione verrà aperta una posizione assicurativa INAIL e riconosciuto un sussidio economico di formazione di 250 euro al mese. Al termine del percorso formativo sarà sostenuta la nascita di una cooperativa di gestione dell'attività produttiva che coopti i lavoratori coinvolti, che altrimenti saranno assunti da Economia Carceraria S.r.l. per avviare la fase produttiva vera e propria. Il progetto ha già avuto un inizio in rete il 15 marzo con campagna di crowdfunding che si prefigge di raccogliere 11.000 euro in due mesi, ovvero le risorse necessarie ad avviare l'iniziativa e renderla una produzione stabile che generi valore e posti di lavoro. Le risorse finanziarie necessarie all'avviamento dell'iniziativa (forniture, packaging, formatore, sussidi, comunicazione ed oneri) saranno reperite attraverso l'operazione di raccolta fondi dal basso, con una prevendita dei sandali su una piattaforma on line (https://www.produzionidalbasso.com/project/sandali-artigianali-a-piede-libero/). Sono previsti diversi step di ricompensa, dal grembiule da lavoro o da cucina nero, con il logo “A Piede Libero”, realizzato dalla serigrafia del Carcere di Torino «Extraliberi», passando per i vari modelli di sandali, fino ad una Work Experience: una giornata di lavoro nel laboratorio produttivo, per apprendere i segreti della lavorazione artigianale dei Sandali Capresi, conoscere le persone coinvolte nel progetto, e produrvi un paio di sandali a scelta tra quelli in catalogo. La giornata include una degustazione di prodotti enogastronomici dell'Economia Carceraria. «La produzione dei sandali partirà il 4 aprile 2020, anche in caso di prolungamento dell'ordinanza, - precisa Strano - saranno realizzati in funzione dell'ordine cronologico d'acquisto e saranno consegnati in massimo due settimane dall'ordine». La sede scelta, in via dei Marsi, nella volontà dei promotori diventerà un Hub di progettualità sociale e di incubazione di progetti da sviluppare nel circuito dell'economia carceraria, nella speranza che i semi gettati, diventino un giorno germogli di libertà.