la solita sinistra
Regione Lazio, immobile gratis a Lucha y Siesta. Zingaretti pensa alle sue femministe
La Regione Lazio assegna un immobile confiscato alle mafie all’associazione Lucha y Siesta, che si occupa dell’accoglienza delle donne che hanno subito violenza, sole e con figli, ospitate oggi in uno stabile dell’Atac in via Lucio Sestio e non più utilizzabile. Quell’immobile, infatti, dev’essere alienato, insieme ad altri, dall’azienda capitolina di trasporti, in concordato preventivo presso il Tribunale fallimentare di Roma, per ripianare le perdite. Per questo, l’associazione Casa delle donne Lucha y Siesta è da tempo sotto sfratto. Ma a far discutere è la modalità con cui la giunta regionale trova una sistemazione all’associazione: un blitz notturno in piena regola che scatena le proteste del centrodestra. Oltretutto col Consiglio regionale fermo da settimane. I consiglieri regionali ricevono lunedì sera alle 23.36 «l’ordine del giorno suppletivo» della seduta di giunta dell’indomani. All’ultimo punto, insieme ai provvedimento per contenere il Coronavirus, ai finanziamenti a Roma Capitale per il trasporto pubblico, agli 8 milioni stanziati per creare un vaccino contro il Covid-19 e alle misure a sostegno dell’economia regionale colpita dagli effetti dell’epidemia, c’è la «destinazione temporanea» di un bene immobile confiscato alla mafia e «acquisto al patrimonio regionale e destinato a Casa di Semi autonomia per l’accoglienza delle donne che hanno subito violenza, sole o con figli, ospitate dall’Associazione Lucha y Siesta presso un immobile non più utilizzabile». Attribuzione ratificata ieri in giunta con delibera 4311. L’assegnazione - lamenta il centrodestra - è avvenuta senza bando. O meglio, il bando per l’affidamento dell’immobile - ubicato in via Fulda (zona Trullo), confiscato alla criminalità organizzata e riqualificato con un investimento di 190mila euro - è stato effettivamente avviato ma non concluso. Quello stabile finisce così ora a disposizione di Lucha e Siesta vista «l’esigenza di garantire accoglienza alle donne e ai loro figli ospitati nella Casa a fronte dell’attuale situazione di emergenza legata alla conclusione della procedura di vendita» dell’attuale sede in via Lucio Sestio. Nella delibera si specifica che l'attribuzione del nuovo immobile è temporanea e finché non si sarà provveduto «all’individuazione di una adeguata ricollocazione». Cioè senza una scadenza prestabilita. Oltretutto, nella delibera non è previsto alcun canone di locazione. Ma c’è di più: dalla delibera si apprende anche che la Regione, lo scorso 21 gennaio, ha manifestato l’intenzione di acquistare da Atac la sede di via Lucio Sestio, che oggi ospita Lucha y Siesta e oggetto di concordato preventivo. Una procedura che scatena le proteste del centrodestra. «Un’integrazione all’ordine del giorno della giunta arrivata di notte, nella speranza di essere coperti dal buio e nascosti ai più alle prese con il sonno - denuncia Chiara Colosimo, consigliera regionale di Fratelli d’Italia - Così con i lavori sospesi del consiglio regionale, fra le delibere che non riguardano il Coronavirus, spunta quella che senza bando assegna uno stabile confiscato alle mafie alla casa Delle donne Lucha y Siesta. Non ci sono parole efficaci per commentare tanta tracotanza. Scuse pubbliche e ritiro immediato della libera, perché nessuno pensi che l’emergenza sia il modo per far passare sotto traccia gli abusi per le amiche di...». Oltretutto, il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia da giorni lamenta che Consiglio regionale e commissioni non si riuniscono e torna a chiedere che i lavori della Pisana riprendano subito. Contro l’assegnazione a Lucha y Siesta di uno stabile confiscato alle mafie tuona la consigliera regionale della Lega Laura Corrotti. «Mentre attendiamo ancora tutti i risultati dello studio commissionato nel lontano 2018 dalla Regione Lazio all’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis) per misurare il valore economico delle attività sociali svolte dalle associazioni no profit - dice l’esponente leghista - ecco che Zingaretti concede a Lucha y Siesta attraverso una delibera l’immobile acquisito al patrimonio indisponibile regionale, usando come criterio quello che non sembra altro che il suo insindacabile giudizio». «Tempistiche e metodi della maggioranza lasciano ancora una volta a desiderare - lamenta la Corrotti - In un momento di crisi per la salute e l’economia della nostra Regione, la giunta regionale sembra avere ancora una volta figli e figliastri. Nulla contro l’assegnazione ad una realtà in difficoltà, come donna rispetto infatti tutti i temi sensibili a noi vicini ma vorrei che qualcuno spiegasse meglio questa assurda discrezionalità nel disporre di beni pubblici: esiste una procedura pubblica per l’affidamento dell’immobile e si deve concludere al più presto, anche perché sappiamo che troppo spesso le cose temporanee diventano definitive e a rimetterci sono magari altre realtà ugualmente meritorie e ugualmente in difficoltà».