campi nomadi e focolai
L'appello dei rom: abbiamo paura, dateci mascherine e disinfettanti
“Tutta la comunità rom è preoccupata per quando riguarda l’emergenza Covid-19. Soprattutto vista la situazione igienico sanitaria nei campi che, già di per sé era disastrosa anche da prima. Senza creare facili allarmismi ci chiediamo se non sia il caso di monitorare anche i campi nomadi della Capitale. Sia i cittadini romani che noi stessi stiamo vivendo in un limbo in cui è difficile districarsi. La paura della contagio senza sapere se si è positivi o meno interessa tutti. C’è bisogno di una vera cooperazione. In questi ultime settimane abbiamo fatto appello alle istituzioni ma restiamo invisibili nonostante il 90% di noi ha la cittadinanza italiana. Siamo vicini ai cittadini romani che, in questo momento, stanno affrontando situazioni terribili”. È la dichiarazione e l’appello di Najo Adzovic rappresentante delle comunità presenti nei campi nomadi della Capitale che, solo pochi giorni fa aveva reso noto attraverso un comunicato stampa la situazione all’interno dei campi rom di Roma: “La situazione della comunità rom a Roma, nei campi romani come è da punto di vista igienico sanitario molto grave. Con l’epidemia di Covid-19, la situazione e diventata nei campi dimenticata, anche se li vivono migliaia di bambini, donne, anziani, malati e poveri che vivono giorno per giorno. A proposito di Istituzioni, nessuno si è presentato a spiegare a questo mondo invisibile, ma che fa parte della nostra società e democrazia, come proteggersi dal Covid-19, né tanto meno, sono stati aiutati direttamente con mascherine e disinfettanti, anche se sono costretti a stare nei campi nomadi dove ci sono famiglie allargate e in contato diretto con centinaia di altri residenti. A tale proposito chiedo che le autorità si facciano carico di aiutare attraverso la prevenzione, mascherine e cose di prima necessità, come cibo e acqua, attivando un coordinamento della Sanità tra CRI e Asl di competenza, con l’aiuto delle associazioni competenti e responsabili della stessa comunità.” Ed è di soli due giorni fa la notizia di quattro nomadi ricoverati allo Spallanzani in gravi condizioni: due anziani e due giovani. Gli stessi operatori dell’Associazione 21 Luglio da giorni hanno lanciato l’allarme per far sì di avere una maggiore attenzione sanitaria anche sui molteplici campi nomadi della Capitale. In effetti se venisse riscontrata anche solo una positività all’interno di uno dei sovraffollati campi nomadi (quello di via Candoni registra almeno 800 persone), diventerebbero dei nuovi focolai. In questo momento nella Capitale è necessario monitorare tutti al fine di non ritrovarsi con un’emergenza ancora più grave e difficile da argninare.