Omicidio Cerciello, il coronavirus non ferma il processo agli americani
Il presidente della corte d'assise: "Aula sovraffollata, ospitiamo il virus". Ma dà il via all'udienza contro la circolare ufficiale
Il presidente della corte d'assise ha iniziato l'udienza dicendo: "L'aula è sovraffollata, stiamo ospitando il coronavirus". Ma il processo ai due americani accusati di aver ucciso il vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega parte lo stesso. L'udienza è iniziata poco dopo le 11 nell'aula A (piccola e senza areazione) della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio a Roma, satura di gente. Leggi anche: Processo Cerciello Rega, aula sovraffollata [FOTO] Giornalisti e cameraman provenienti da tutta Italia e dagli Stati Uniti, avvocati che vengono da l'hinterland milanese (zona rossa per il contagio del virus), giudici popolari e togati: tutti ammassati in pochi metri quadrati. Leggi anche: Beffa in tribunale. "Lavatevi le mani", ma il sapone non c'è L'aria è irrespirabile, ci sono persone che tossiscono. La salute di tutti, personale delle forze dell'ordine, avvocati e cronisti, è a rischio. Eppure proprio ieri era stata diramata una circolare della Corte d'appello di Roma che vietava assembramenti nelle aule. Presenti, con i loro avvocati, anche gli imputati Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth. Contemporaneamente è stato deciso di celebrare a porte chiuse il processo ai carabinieri per i depistaggi sul caso della morte di Stefano Cucchi, in un'aula molto più ampia di quella che ospita il procedimento sul caso Cerciello Rega.