Stadio della Roma, in 10 a rischio processo
In dieci rischiano di finire a processo nell'ambito di un altro filone della maxi inchiesta sul nuovo stadio della Roma. La Procura di Roma ha infatti notificato l'atto di chiusura indagini agli indagati tra cui il presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito, l'avvocato Camillo Mezzacapo e Luca Parnasi (tutti già a processo) i costruttori Pierluigi e Claudio Toti, e Giuseppe Statuto. I reati contestati a vario titolo e seconda delle posizioni, sono corruzione, traffico di influenze e reati tributari. Secondo l'accusa mossa dalla Procura nell'ambito di un altro filone della maxi inchiesta sul nuovo stadio della Roma, Marcello De Vito e l'avvocato Camillo Mezzacapo avrebbero elargito "mazzette" attraverso consulenze. Ai fratelli Toti, che erano interessati a far sbloccare il progetto di riqualificazione degli ex Mercati Generali, secondo l'accusa sarebbe stato assegnato un incarico professionale allo studio legale dell'avvocato Mezzacapo per un importo di 110mila euro trasferiti dalla società Silvano Toti Holding spa allo stesso legale e da quest'ultimo poi trasferiti, per 48mila euro, su un conto intestato alla società MDL srl, "di fatto riconducibile a Mezzacapo e De Vito". Pierluigi Toti, secondo i pm capitolini, "al fine di evadere le imposte sui reddit", avrebbe indicato "elementi passivi fittizi utilizzando nella dichiarazione relativa al 2017, la fattura emessa da Mezzacapo e relativa ad una operazione inesistente". Per quanto riguarda la posizione di Giuseppe Statuto, secondo l'accusa l'imprenditore avrebbe dato una tangente sotto forma di una consulenza, da oltre 24mila euro, per la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere. "In concorso tra loro Camillo Mezzacapo e Marcello De Vito, sfruttando le relazioni di quest'ultimo con soggetti chiamati ad intervenire nell'iter amministrativo per il rilascio del permesso di costruire con cambio di destinazione d'uso ed ampliamento di un edificio sito in viale Trastevere Piazza Ippolito Nievo nell'area dell ex Stazione Trastevere di interesse della Ippolito Nievo Srl, società del gruppo Statuto - si legge nel capo di imputazione - si facevano indebitamente promettere e quindi dare da Giuseppe Statuto a titolo di prezzo della mediazione illecita finalizzata ad ottenere un'interlocuzione diretta con il pubblico ufficiale nell'ambito del progetto immobiliare suindicato la somma di denaro di euro 24.582mila euro corrisposta sotto forma di corrispettivo di incarico professionale conferito allo studio legale di Camillo Mezzacapo e da quest'ultimo trasferito per l'importo complessivo di 16.640 euro su un conto intestato alla società MDL Srl di fatto riconducibile a Mezzacapo e De Vito".