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Solo tram senza pedana, protesta sui binari. E Atac denuncia la disabile

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Valeria Di Corrado
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Un mondo alla rovescia, uno Stato privo di diritti, una città inospitale, invivibile e discriminatoria, un'azienda che offre un disservizio pubblico. Il 13 gennaio scorso Concetta, al terzo tram senza pedana che passava in piazza Maggiore, si è messa con la sua carrozzina sui binari, bloccando la corsa del numero 5 e delle altre vetture in arrivo. Con il suo gesto coraggioso (ignorato dalla sindaca Raggi e dai consiglieri comunali di tutti gli schieramenti politici), ha voluto dimostrare la sua esasperazione nei confronti di un sistema di trasporto che opprime la libertà di movimento dei cittadini disabili nelle strade della Capitale. Invece che correre ai ripari, potenziando le corse dei mezzi accessibili anche a chi sta sulla sedia a rotelle, Atac ha pensato bene di denunciare la 33enne per interruzione di pubblico servizio. Leggi anche: Case popolari senza riscaldamento, falò e proteste «Sono scioccata. Oltre il danno, la beffa - si sfoga Concetta, cercando di trattenere le lacrime - Sono 12 anni che subisco umiliazioni da questa azienda: tante volte, dopo attese estenuanti, me ne sono tornata a casa avvilita. Quello che mi ha fatto Atac solo Dio lo sa. Questa è l'Italia: una barzelletta che non fa ridere. Basta vedere chi ci rappresenta. Faccio appello alla sindaca e alla giunta affinchè ritirino la denuncia». «È uno scandalo che un'azienda che è in torto marcio, oltre il danno aggiunge la beffa di denunciare questa ragazza - commenta il suo legale, Alessandro Bardini, l'avvocato "Don Chisciotte della disabilità", visto che la sua è una battaglia contro i mulini a vento - Atac dice che dobbiamo utilizzare i mezzi alternativi, ma qualsiasi mezzo a Roma non è accessibile». Due settimane fa Concetta, come quasi ogni mattina, stava aspettando il tram per raggiungere l'università di Tor Vergata, dove frequenta un corso di formazione finanziato dalla Regione Lazio, che le dà diritto a un rimborso di 35 euro per ogni presenza. Ha visto arrivare il primo mezzo, ma non ha potuto salirci sopra perché aveva i gradini. Così, armata della consueta pazienza, ha deciso di attendere quello successivo. Dopo un quarto d'ora è passato un altro numero 5, anche questo sprovvisto di pedana. La giovane ha iniziato a innervosirsi, ma - non avendo altre possibilità - ha continuato ad aspettare. Quando all'orizzonte si è profilata la sagoma dell'ennesimo tram anni '60, la 33enne non ci ha visto più dalla rabbia: con la sua carrozzina è scesa sui binari e ha bloccato l'avanzata del mezzo, per protesta. Il conducente è sceso e ha chiamato la polizia. Dopo mezz'ora Concetta è tornata a casa, senza essere riuscita ad andare al lavoro. L'indomani si è trovata davanti allo stesso avvilente copione. E così i giorni successivi. Fino alla doccia fredda di ieri.

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