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Virus cinese, a Fiumicino arrivano gli scanner per la febbre

Carlo Antini
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Torna lo spettro Sars. Il nuovo virus coronavirus che in Cina ha colpito quasi 300 persone fa esplodere la paura contagio negli aeroporti. A Fiumicino da giovedì saranno in funzione gli scanner per il controllo della temperatura corporea dei viaggiatori. Il 23 gennaio, infatti, è previsto il prossimo volo diretto dalla città cinese di Wuhan, focolaio del virus, allo scalo romano e il ministero della Salute ha predisposto l'attivazione di un canale sanitario.  Per approfondire leggi anche: Il virus si trasmette da uomo a uomo È prevista anche la compilazione di una scheda che indichi destinazione e il percorso dei passeggeri, una volta sbarcati. Allo scalo romano, dove sono tre i voli diretti per Wuhan, è in vigore, come previsto dal Regolamento sanitario internazionale, la procedura sanitaria per verificare l'eventuale presenza a bordo di casi sospetti sintomatici e il loro eventuale trasferimento in bio-contenimento all'Istituto nazionale malattie infettive "Lazzaro Spallanzani" di Roma. Misure necessarie anche perché in Europa sale l'allarme: il Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) ha ritoccato al rialzo la classificazione del rischio che il virus sbarchi nel Vecchio Continente, portandolo da «basso» a «moderato». A segnalare l'allarme anche il virologo più famoso d'Italia. Per Roberto Burioni il 25 gennaio è il Capodanno cinese, «che corrisponde all'unico lungo periodo di ferie per i cinesi e viene sfruttato solitamente per viaggiare, anche all'estero», scrive sulla sua pagina MedicalFacts spiegando che il nuovo virus è diventato in grado di trasmettersi da uomo a uomo. E ancora: «È quindi accaduto quello che noi virologi chiamiamo "spillover", ovvero "tracimazione". Un virus è passato da un animale a un uomo e si è adattato all'uomo: ora è a tutti gli effetti un virus umano. Un nuovo virus umano». Per questo Burioni non si dice d'accordo con chi afferma che non c'è il rischio che il contagio arrivi in Europa e in Italia. Una posizione che vede d'accordo anche il capo del dipartimento di Epidemiologia dell'Istituto superiore di sanità, Gianni Rezza: «Avendo ormai appurato che il virus si trasmette da uomo a uomo e osservando questo aumento dei casi in Cina con l'allargamento del focolaio rispetto al mercato di Wuhan da cui sembra essere nato tutto, aumentano le probabilità che arrivi una persona infetta nell'Unione europea. È statistico».

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