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Stop ai diesel. Romani in rivolta contro la Raggi

Carlo Antini
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Lo stop ai diesel scatena il panico tra i commercianti di Roma. Lo dice la Cna che si rivolge direttamente alla sindaca Raggi e denuncia il tradimento del patto di fiducia. «Tre giorni di stop solo per i mezzi diesel nella Fascia Verde, mentre quelli a benzina da Euro 4 in poi possono circolare liberamente. Così il Comune di Roma ha pensato di risolvere il problema dell'eccessiva concentrazione di polveri sottili nell'atmosfera cittadina. In questo modo viene meno il patto di fiducia tra la Pubblica Amministrazione e la cittadinanza». Così la Cna di Roma in un comunicato. Infatti, rileva, «è particolarmente grave che questo provvedimento sia stato preso a pochi mesi di distanza dall'adozione di una norma che vieta l'accesso in città a tutti i veicoli diesel fino a Euro 3, obbligando gli imprenditori a sostenere costi per decine di migliaia di euro, senza incentivo alcuno e senza specificare che in caso di emergenza i diesel Euro 6 sarebbero stati comunque penalizzati».  Per approfondire leggi anche: LA RAGGI INSISTE Gli artigiani, i commercianti e gli imprenditori, sottolinea la Cna, «si sentono quindi traditi dall'Amministrazione Capitolina che sembra non tenere conto di loro. Il Comune ha stabilito che l'Euro 6 fosse la conditio sine qua non per poter svolgere l'attività economica all'interno dell'Anello Ferroviario, salvo poi bandire solo i veicoli diesel dalla possibilità di circolare. Oltre tutto, dai dati diffusi in questi giorni dall'Arpa Lazio che monitora la qualità dell'aria della città, risulta che la concentrazione di smog non è scesa. Un'ulteriore beffa, visto che il danno economico di una decisione del genere, è stato un sacrificio inutile che non ha portato benefici alla nostra città». Alle contestazioni replica la Raggi. «Sto vedendo molte polemiche e richieste relative a queste misure di stop ai diesel - spiega la sindaca - Evidentemente il nostro primo obiettivo è quello della tutela della salute pubblica, ci stiamo muovendo nell'ambito di quello che prevede la legge, siamo costantemente in attesa dei dati». 

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