Col blocco del traffico Virginia Raggi fa infuriare i romani
Meglio Chiara Appendino di Virginia Raggi: a Torino misure differenziate e un piano ben noto alla cittadinanza
Vedremo oggi (arrivano con un giorno di ritardo) quali saranno gli effetti sulle polveri sottili del maxi blocco del traffico deciso per ieri dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, che ha esteso la misura per la giornata di oggi e anche per quella di domani. Però ci sono i dati di un'altra provincia che il blocco l'ha deciso qualche giorno prima, quella di Frosinone. E dicono quello che sospettiamo da tempo: queste misure servono a poco o nulla. Dopo tre giorni di blocco là i valori del Pm10 sono scesi un pizzico, ma tutti restati oltre la soglia consentita. Mi piacerebbe essere smentito, ma temo che anche a Roma dove il superamento dei livelli era di proporzioni più ridotte, il maxi blocco non abbia prodotto grandi risultati. Uno sì, di sicuro: fare infuriare i romani a cui è stato annunciato il provvedimento con scarso preavviso, e per i quali si è complicata non poco la vita essendo aperte scuole e uffici pubblici e privati molto più complicati da raggiungere. Ha sorpreso poi l'inclusione- che non ha precedenti- nel blocco delle auto diesel Euro 6, che sono fra le meno inquinanti oggi esistenti sul mercato. La sindaca di Roma aveva già fatto scalpore con il suo prendere di mira il diesel, annunciando il divieto di ingresso nel centro della capitale per tutti i modelli a partire dal primo gennaio 2024. Analoghe misure sono state adottate nelle altre capitali europee nella stragrande maggioranza dei casi a partire dal 2025. C'è tempo sufficiente per adeguarsi e spiegare anche agli automobilisti che indipendentemente dalla loro classificazione le auto diesel saranno bandite dai centri cittadini. Ma anticipare di quattro anni la misura come avviene in queste ore a Roma è veramente un pugno nello stomaco a chi aveva pensato di inquinare di meno (nessuno gli diceva il contrario, anzi) investendo i propri risparmi in un diesel Euro 6. Negli altri blocchi del traffico che in queste ore stanno interessando tutta Italia da Nord a Sud nessuno ha varato ordinanze così radicali come quelle della Raggi. Nemmeno a Torino, altra giunta importante guidata da Movimento 5 stelle, dove Chiara Appendino non ha incluso gli ultimi modelli diesel nei provvedimenti di blocco, ma soprattutto da tempo ha informato la popolazione di cosa sarebbe accaduto veicolo per veicolo se si fossero superati i limiti per più giorni consecutivi, con l'apice dei 20 giorni che forse si raggiungerà proprio oggi. I cittadini così possono organizzarsi (che è anche più facile a Torino con un sistema di trasporto pubblico assai più efficiente). Non solo: si può stringere la morsa- per quanto inutile- sul traffico privato se profumano gli scarichi di quello pubblico. Ed è l'esatto opposto di quel che accade a Roma, città in cui la stragrande maggioranza dei mezzi pubblici è alimentata a diesel e la loro età è mediamente superiore di due anni a quella dei mezzi privati, quindi assai inquinante. E' così per i bus, e in parte anche per i taxi, che sono esentati in quanto servizio pubblico dai blocchi di queste ore. Un blocco come quello fatto risulta ancora più odioso perché il primo a non comportarsi ecologicamente è proprio il comune di Roma così in prima fila a dare lezioni di vita a tutti i cittadini. Seguile tu, e poi magari hai il diritto di impartirle agli altri. Detto dell'antipatia evitabilissima di questa misura spropositata, resta il problema centrale che non dipende dalla Raggi ma dalle leggi e regolamenti che valgono un tutta Italia. Dopo anni in cui si è sperimentata oltre ogni evidenza la scarsa efficacia dei blocchi del traffico (perfino nelle domeniche ecologiche del tutti a piedi), sarebbe ora di modificare quelle norme e pensare a provvedimenti e incentivi che incidano sui veri responsabili di quelle polveri: i riscaldamenti. Anche e in una città come Roma in modo non proprio indifferente degli uffici pubblici.