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Pietro Genovese: "Sono sconvolto per la morte di Camilla e Gaia"

Il giovane che ha travolto le due ragazze ascoltato dal Gip. L'avvocato Coppi: non è il killer che hanno descritto, merita rispetto

Andrea Ossino
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"Sono sconvolto e devastato per quello che è successo. Sono sinceramente provato sul piano umano". Seduto davanti al giudice Bernadette Nicotra, Pietro Genovese ha risposto a tutte le domande formulate dal gip durante l'interrogatorio di garanzia durato circa novanta minuti. Ai domiciliari con l'accusa di aver travolto e ucciso Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann, il figlio del regista Paolo Genovese alle 14.15 ha bussato alla porta del giudice accompagnato dai suoi avvocati Gianluca Tognozzi e Franco Coppi. Durante il faccia a faccia con il magistrato, il ventenne accusato di duplice omicidio stradale ha ripercorso ogni istante della notte tra il 21 e il 22 dicembre scorso, quando a bordo del quando a bordo della sua Renault Kaleos ha investito le due sedicenni mentre attraversavano la strada, a Corso Francia, nel cuore della movida di Roma Nord. “Non è il killer che è stato descritto, merita rispetto e comprensione come le famiglie delle due ragazze”, ha commentato l'avvocato Coppi sottolineando come “la cosa più pregevole è stata detta da uno dei colleghi che rappresentano le parti civili: questa è una tragedia per tutte e tre le famiglie coinvolte e non deve essere trasformata in uno spettacolo”. Al termine dell'interrogatorio i due legali hanno anche spiegato di non aver presentato “alcuna istanza di attenuazione della misura cautelare”. Genovese dunque resterà ai domiciliari in attesa di un eventuale ricorso al tribunale del Riesame. Ma i suoi legali hanno affermato di stare ancora riflettendo sull'opportunità di ricorrere al tribunale della Libertà

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