tragedia di corso francia
Pietro Genovese interrogato dal gip. Oggi la verità sull'incidente
È il giorno della verità. Trascorsi dodici giorni da quando Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann sono state travolte e uccise dal suv guidato da Pietro Genovese, per la prima volta il ragazzo potrà dire cosa è accaduto la notte tra il 21 e il 22 dicembre scorso, quando a bordo della sua Renault Koleos ha investito le due sedicenni mentre attraversavano la strada, a Corso Francia, nel cuore della movida di Roma Nord. Oggi infatti, alle 14.30, il ventenne dovrà bussare alla porta del giudice per le indagini preliminari Bernadette Nicotra, nell’edificio A della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio. Il faccia a faccia tra i magistrati e l’indagato è un passaggio obbligato, considerando che Pietro Genovese è ai domiciliari perché accusato di duplice omicidio stradale. Ed è per questo che oggi verrà sottoposto all’interrogatorio di garanzia. Per approfondire leggi anche: LA VERITA' NEI NUOVI FILMATI Periti, avvocati e inquirenti: sono in molti a cercare di ricostruire la dinamica che ha portato alla morte delle due studentesse del Liceo Gaetano De Sanctis. Ma le relazioni che verranno stilate dagli esperti rappresenteranno ovviamente le diverse parti in causa. Le immagini delle telecamere di sicurezza dei locali della zona, acquisite dai vigili del Gruppo Parioli, non hanno prodotto elementi utili per chiarire cosa è accaduto. E anche i racconti dei testimoni appaiono discordanti. C’è chi afferma di avere visto Gaia e Camilla attraversare sulle strisce pedonali tenendosi per mano e chi è sicuro che le due vittime stessero scavalcando il guardrail in maniera azzardata. Qualcuno afferma che Pietro Genovese, figlio del regista Paolo, stesse correndo lungo quella strada frequentata da giovanissimi. Ma c’è anche chi, come l’amico dell’indagato che al momento dei fatti era seduto al suo fianco, sostiene che «anche volendo non avremmo potuto correre. Su Corso Francia era appena scattato il semaforo verde e l'auto era ripartita da poco». Solo Pietro Genovese sa esattamente cosa è accaduto quella notte in cui le due adolescenti sono morte. E oggi, sempre se non si trincererà dietro la facoltà di non rispondere, potrà difendersi e raccontare la sua verità.