Genovese scrive alle famiglie di Gaia e Camilla
Il regista romano scrive alle famiglie delle vittime di Corso Francia travolte e uccise dal suv guidato dal figlio Pietro
Nel giorno in cui il regista Paolo Genovese scrive alle famiglie delle due sedicenni travolte e uccise dal suv guidato dal figlio Pietro, l'avvocato di una delle due vittime chiede alla Procura di Roma di indagare sul funzionamento di uno dei semafori presenti in corso Francia, quello che regola l'attraversamento pedonale del tratto di strada dove sono morte Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann, uccise la notte tra il 21 e il 22 dicembre a pochi passi da Ponte Milvio. Secondo il penalista Cesare Piraino, che assiste la famiglia Romagnoli, le due adolescenti hanno attraversato la strada quando il semaforo riservato ai pedoni era verde. Ma anche Pietro Genovese, adesso ai domiciliari con l'accusa di duplice omicidio colposo, sarebbe partito quando il semaforo che regola il passaggio dei veicoli lo consentiva. Una «peculiarità» dovuta al fatto che quel semaforo non prevede il «giallo». A dimostrarlo è un accertamento tecnico che ieri il legale ha depositato in Procura. Per approfondire leggi anche: "Gaia e Camilla hanno attraversato regolarmente" «Il semaforo teatro del drammatico incidente - si legge nel documento - non prevede il giallo per i pedoni (...) ma prevede che al verde per i pedoni, che dura 26 secondi e mezzo circa, segua soltanto un "verde lampeggiante" che dura 3 secondi e 40 circa, a cui segue repentinamente e immediatamente il rosso, sempre per i pedoni, e contestualmente, dopo circa un secondo, sopraggiunge il verde, cioè il via libera per le automobili». L'accertamento smentirebbe dunque l'ipotesi che le due ragazze abbiano attraversato in maniera azzardata: «Se è vero il fatto di cui si legge – continua l'atto - che il giovane Genovese sia sopraggiunto su quelle strisce pedonali con il verde, e la macchina a fianco, nel frattempo, si sia fermata per far passare le ragazze, è certo che le stesse abbiano iniziato l'attraversamento pedonale con il verde è che si siano imbattute, subito dopo, nel "verde lampeggiante", e quindi dopo appena tre secondi e mezzo nel rosso, senza poter fare, loro sì, null'altro che subire la morte». In altre parole occorrerà fare accertamenti anche sul semaforo che non prevede un sistema «per avvertire i pedoni dell'imminente sopraggiungere» delle auto. Per approfondire leggi anche: Il caso del semaforo senza giallo per i pedoni Ieri anche l'Osservatore Romano è intervenuto sulla vicenda, criticando i media: «Ci siamo chiusi nel salotto buono delle nostre convinzioni – ha scritto il quotidiano della Santa Sede - del nostro pedagogismo fuori tempo massimo, del solito giornalismo voyeuristico, dell'affrettato giustizialismo da quattro spiccioli».