Gaia e Camilla, associazioni in campo. L'Asaps: noi parte civile
Associazioni in campo per Gaia e Camilla. L'Asaps, Associazione amici sostenitori della Polizia stradale, ha dato mandato ai suoi legali, gli avvocati Augusto Baldassari di Forlì e Simone Rusticelli di Roma, di costituirsi parte civile, a fianco dell'accusa e dei familiari, nel procedimento per omicidio stradale plurimo delle due ragazze morte nel tragico incidente avvenuto nella notte tra il 21 ed il 22 dicembre a corso Francia a Roma. "L'associazione, che da trent'anni si occupa di sicurezza stradale e monitora costantemente attraverso 16 osservatori (i cui dati sono spesso ripresi dai media nazionali) i problemi della mobilità sulle strade italiane, dopo aver fatto pressione sul parlamento affinché approvasse la nuova legge sull'omicidio stradale ha deciso poi di promuoverne l'applicazione nei tribunali, schierandosi al fianco dei familiari delle vittime", si legge in una nota. Per approfondire leggi anche: Gaia e Camilla, la verità nei nuovi video "Non entriamo nel merito della dinamica, per ora - dice Giordano Biserni, presidente dell'Asaps in una nota - ma, come facciamo oramai sistematicamente nei casi di incidente mortale in cui ricorre l'aggravante dell'uso di alcool alla guida (come anche della droga e delle omissioni di soccorso), incarichiamo gli avvocati della rete legale costituita attorno alla nostra Fondazione di rappresentare le nostre istanze in giudizio dando così concretezza alle nostre battaglie e al nostro impegno sociale". Intanto si accende il dibattito sull'arresto di domiciliari di Pietro Genovese, il ventenne alla guida del mezzo che ha investito le due ragazze. "Non si può anticipare la condanna ricorrendo al carcere" ha dichiarato il costituzionalista Gaetano Azzariti in una intervista a Repubblica. "Le misure cautelari, come gli arresti domiciliari, sono stabilite per esigenze diverse da quelle legate alla pena comminata per i fatti commessi. Sarà il processo a definire le sanzioni penali".