Corso Francia killer. Serve l'autovelox
Corso Francia è una delle vie in testa alla lista nera delle strade pericolose a Roma: da Ostiense all'Appia ecco la mappa del rischio
Corso Francia, all'altezza di via Flaminia Vecchia. Nel Municipio XV, Roma nord, il tasso di incidenti della Città Eterna - maglia nera tra le capitali europee per numero di schianti stradali mortali - è mantenuto alto proprio da via Flaminia Vecchia, la strada maledetta che incrocia il punto esatto nel quale all'alba di ieri sono state inghiottite altre due giovani vite. Quello dove i residenti chiedono da tempo a gran voce di installare un autovelox. Per approfondire leggi anche: La tragica fine di due ragazzine È una delle strade con maggior densità di incidenti in Italia causati dall'alta velocità, con una media di 2,56 investimenti mortali per chilometri, in special modo di pedoni e autovetture. E nello stesso Municipio su simili livelli è via Cassia (1.94) – una delle arterie da sempre con i maggiori problemi di manutenzione in assoluto, dove perse la vita anche Christian, il figlio della nota attrice Dalila Di Lazzaro - viale di Tor di Quinto e (in parte) via Trionfale. Ma nella nostra città – teatro di una strage che conta dall'inizio dell'anno che sta per concludersi più di 110 morti (su 27mila incidenti) e dove soltanto in nove mesi il numero delle vittime ha quasi raggiunto il totale del 2018 – gli incidenti mortali sono in aumento anche a Roma sud. L'80% dei decessi si è verificato nel centro abitato della città o in sua prossimità. Nell'elenco delle strade killer, la via del Mare conquista il triste primato di mortalità stradale nell'Urbe che, in base agli ultimi dati scorporati diffusi dalla Polizia di Roma Capitale, dal 2016 al 2018, sui suoi 27 chilometri complessivi, fa segnare quattro vittime su 516 incidenti rilevati, dato già in crescita rispetto ai trend precedenti. C'è poi l'Anagnina con un tasso di sinistri per chilometri pari a 5,05, la Casilina con una media di 3,93, la Pontina (3,52), via Ostiense - già teatro l'anno scorso dell'incidente in moto in cui perse la vita la 26enne studentessa dell'Università Roma Tre, Elena Aubry – con 2,65, l'Appia (2,64), la Salaria (2,49), la Nettunense (2,35), l'Aurelia (1,69). Senza nominare la Colombo, che ha visto solo qualche mese fa l'arrivo del super-autovelox, e che è riuscita a conquistare un record, sfiorando i 127 incidenti quattro anni orsono. Senza contare le altre arterie (pure minori) da “bollino rosso”, da via del Muro Torto alla Braccianense, via Nomentana, via Laurentina passando per Lungotevere delle Armi in zona Prati, dove nel 2011 perse la vita il giornalista Andrea Pesciarelli. Fra le cause dei sinistri mortali ci sono l'uso del cellulare alla guida, con gli utenti distratti dal rispondere spesso alle chat sui vari social, l'alta velocità, i segnali fantasma (10 scontri frontali, 104 laterali, 20 tamponamenti, 13 investimenti di pedoni solo nel 2017 per «intersezioni non segnalate», secondo gli ultimi numeri forniti dall'Aci, in netta crescita), l'asfalto in pessime condizioni. Per approfondire leggi anche: Il dramma del papà d Gaia: riconosce la figlia seduto sulla sedia a rotelle Fra autovelox installati di recente e potenziamento dell'illuminazione, i discorsi per frenare il fenomeno seriamente preoccupante nella Capitale riflettono sull'attività di prevenzione. «Serve porre attenzione agli utenti più deboli concentrandosi sui “black point”, i punti nei quali si verificano più sinistri», afferma il presidente dell'Asaps, l'Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, Giordano Biserni. Pone l'accento «sull'assenza di controlli che porta gli automobilisti a trasgredire le regole, certi di non incorrente in sanzioni, fatto che aggrava il quadro già di per sè complicato», il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.