La battaglia per Sant'Agostino
Ostia, crociata per cambiare il nome all'ospedale Grassi
"Ospedale di Ostia santo subito nel nome di Sant'Agostino". Riparte la battaglia per cambiare il nome all'ospedale di via Passeroni, da quello del medico comasco Giovanni Battista Grassi a Sant’Agostino». Ovvero: dallo scienziato (1854-1925) che a cavallo tra i due secoli individuò la zanzara anofele portatrice della malaria che appestava l’Agro Romano, al Dottore della Chiesa (354-430 d.C.) che con la madre dimorò a Ostia Antica e morì vescovo d’Ippona (attuale Algeria). A rilanciare è Rinaldo Raganato, oggi 87 anni, che perse la battaglia all'epoca del pentapartito. E a 41 anni dall’inizio di quell’impresa - era il 1978 e l’ospedale non era ancora nato - oggi si moltiplicano i sostenitori del funzionario del ministero della Sanità in pensione, figlio dell’archeologo Giuseppe (tra i responsabili degli scavi di Ostia Antica), ex consigliere missino della XIII Circoscrizione (l’attuale X Municipio), tra i primi animatori del "Certamen Augustinianum" (gara di latino al liceo classico Anco Marzio) nonché storico presidente dell’associazione "Sant’Agostino" (attiva dal 1960). «Al mio fianco ho tutti gli abitanti di Ostia, di cui Sant’Agostino è patrono - assicura Raganato - l’idea è quella del baratto: trasferire il nome Grassi al Poliambulatorio di Fiumicino in via Coni Zugna, ancora oggi senza nome. E ribattezzare l’ospedale di Ostia "Sant’Agostino"». «Grassi non era cittadino di Ostia, Agostino sì - sottolinea Raganato - Per un anno il Santo ha vissuto qui assieme alla madre Monica (celebre la sua estasi, ndr). Dal 2004 è stato innalzato a patrono della cittadina lidense (quasi dimenticata la ricorrenza il 28 agosto). Una sua statua - continua - è nei giardinetti davanti alla sede del X Municipio. E nel giugno 2017 è stata inaugurata la chiesa di Sant’Agostino Vescovo». utto riparte nel 2001 col voto unanime della risoluzione "urgente" del X Municipio, che allora era circoscrizione XIII. Da allora una valanga di consensi. Al Comune di Fiumicino c’è stata la mozione del capogruppo di Autonomia e libertà, Maurizio Ferreri (e altri). Le firme sostenitrici di Asl RmD, Forza Italia al Comune di Roma, Pro loco di Fiumicino, Associazione Polo di Ostia Antica, Comitato Repubbliche Marinare-Duca di Genova, Lions, il Consorzio Fiumara Grande, Gruppo Avis ospedale Grassi, Consorzio Idroscalo, Ostia in Musica, Associazione nazionale Carabinieri, Pro loco Roma Litorale, RistOstia, Associazione Torre San Michele e la onlus Noi e Voi Insieme. E don Salvatore Tantillo, parroco della chiesa Sant’Agostino Vescovo in località Stagni, a Ostia. Anche tutte le otto parrocchie del X Municipio. «In prima linea - racconta Raganato - padre Giovanni, parroco di Regina Pacis e monsignor Falbo, di Santa Monica. E le suore Immacolatine, in corso Duca di Genova, le suore del Santissimo e tutti gli istituti religiosi tifano per Sant’Agostino». Pare che la questione si sia incagliata in Regione. Ma se oggi cambiare nome all’ospedale sembra questione di vita o di morte perché sin da subito non è stato intitolato al vescovo d’Ippona? «Per ragioni di opportunità politica - ammette Raganato - Dagli anni ’60 mi sono adoperato perché Ostia disponesse di una struttura sanitaria sul lungomare Paolo Toscanelli (oggi anonima Casa della Salute). Venne chiamata Sant’Agostino. I patti erano che il presidio sarebbe stato annesso al nuovo ospedale (inaugurato nell’’85) cui sarebbe stato trasferita l’intitolazione. Invece si giocò una brutta partita ideologica. A quei tempi - rievoca - le vecchie Usl (Unità sanitarie locali, ndr) erano dirette da un Comitato di gestione espressione del pentapartito, che decise che l’ospedale dovesse essere dedicato a un laico, Giovanni Battista Grassi. Col chinino il grande medico salvò la vita dei ravennati mandati a bonificare le terre da Isola Sacra a Maccarese. Però - sibila Raganato - quelle zone rientrano nel Comune di Fiumicino, dov’è sepolto Grassi». Come finirà?