Omicidio Luca Sacchi, l'assassino, Anastasiya e l'amico contro le decisioni del gip
Valerio Del Grosso, il ventunenne che ha premuto il grilletto del revolver calibro 38 con cui è stato ucciso Luca Sacchi, ha presentato un'istanza al Tribunale del Riesame. Una scelta adottata anche dai legali di Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata della vittima che secondo l'accusa ha avuto un ruolo nella compravendita di «erba» finita in tragedia. E anche dal complice Giovanni Princi, l'amico del personal trainer di 24 anni ucciso lo scorso 23 ottobre davanti al pub John Cabot, in via Tommaso Mommsen. Per approfondire leggi anche: Anastasiya non la racconta giusta: "I 70mila euro? Non sapevo di averli" Tutti hanno bussato alla porta del Tribunale della Libertà. Una mossa che formalmente viene fatta per attenuare le misure cautelari, ma che nella sostanza serve a conoscere tutte le «carte» in mano all'accusa, tutti gli atti di indagine che prima erano coperti dal segreto d'ufficio. Nel caso di Valerio Del Grosso, il pm Nadia Plastina aveva già espresso il suo parere negativo sulla possibilità di misure alternative al carcere. «Esistono specifici elementi che fanno ritenere fondato il pericolo di fuga dei predetti: e in particolare il pericolo di fuga è reso concreto in un contesto di gravità e allarme», aveva scritto il magistrato ricordando come Del Grosso e il complice Paolo Pirino, dopo aver ucciso Luca Sacchi, hanno «abbandonato le loro dimore abituali e si stavano rendendo irreperibili: Del Grosso rifugiandosi in un hotel di via Tor Cervara, mentre Pirino sul terrazzo del palazzo dove abita la nonna». Anche per Anastasiya risulta difficile pensare a una misura cautelare più lieve di quella già minima dell'obbligo di firma. I reati contestati alla fidanzata della vittima (detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio), sono sicuramente più tenui rispetto alle accuse mosse a Del Grosso: omicidio, rapina, porto illegale di armi e spaccio... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI