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I sindaci fanno le barricate in Campidoglio. L'immondizia di Roma non la vogliono

Fernando M. Magliaro
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Una trentina di sindaci e assessori di Comuni dell'hinterland romano sono presenti in Campidoglio, in occasione della seduta straordinaria del Consiglio comunale dedicata ai rifiuti. La seduta - al secondo appello - è iniziata pochi minuti prima delle 10 e, al momento, i Consiglieri sono impegnati nelle solite schermaglie preliminari: il Pd chiede la presenza del sindaco Raggi in Aula mentre Fratelli d'Italia chiede che venga consentito l'accesso all'Aula Giulio Cesare almeno di una delegazione dei vari comitati che sono stati fatti accomodare nella Sala del Carroccio a causa dell'affollamento dell'Aula.  Per approfondire leggi anche: Sui rifiuti la Raggi rischia il commissariamento I sindaci dei Comuni della provincia sono qui per dire “no all'immondizia” della Capitale nell'hinterland. Pierluigi Sanna, primo cittadino di Colleferro (la cittadina dove sorge la discarica che dovrebbe chiudere i battenti a inizi 2020) afferma: “Dal 1993 i rifiuti di Roma arrivano da noi, non abbiamo più forze e capacità di sostenere uno sforzo del genere. Roma apra la sua discarica. Il contratto ventennale con la discarica di Colleferro è in scadenza, i conferimenti sono stati prorogati fino al 15 gennaio, quel giorno saremo tutti lì”. Ernesto Tedesco, collega di Civitavecchia che aveva protestato contro l'ordinanza di Virginia Raggi che prevedeva un aumento di conferimenti nella sua città, gli fa eco: “Siamo qui con gli altri sindaci per evitare che certe cose si ripetano”. Alessio Pascucci sindaco di Cerveteri aggiunge: “Solidarietà ai sindaci che hanno subito ingiustizie ambientali. Non si governa mandando l'immondizia a casa di qualcun altro”. Il Consiglio, dopo queste prime schermaglie iniziali, inizierà, annuncia il presidente dell'Aula, Marcello De Vito, “con la relazione del sindaco Raggi e della Giunta”. Replica di Bordoni (FI): “Siamo tutti qui, consiglieri comunali e regionali, presidenti di Municipio e sindaci dei Comuni, cosa aspetta la Raggi? La banda e il tappeto rosso? Aspettiamo Wanda Osiris?”. Intanto l'assessore ai Rifiuti della Regione, Massimiliano Valeriani, ha inviato questa mattina una lettera al presidente del Consiglio Comunale, Marcello De Vito, e al sindaco di Roma, Virginia Raggi, per declinare l'invito rivolto alla Regione a partecipare alla seduta straordinaria del Consiglio comunale dedicata ai rifiuti. “Egregio presidente, nel corso del 2019 il dialogo in materia di rifiuti tra ministero dell'Ambiente, Regione Lazio e Roma Capitale è stato continuo e assiduo. Sulla base di tale confronto la Regione ha adottato un'ordinanza che ha consentito ad Ama di superare la crisi della raccolta che si è determinata nel mese di giugno. Successivamente a tale evento, inoltre, sono occorse numerose occasioni di lavoro congiunto, alle quali la Regione ha sempre preso parte chiedendo che le istituzioni cooperassero al fine di individuare soluzioni strutturali al fabbisogno di trattamento e smaltimento dei rifiuti prodotti da Roma. Ancora ieri abbiamo ospitato i vertici di Ama e di Invitalia, con l'obiettivo di supportare la partecipata del Comune nell'espletamento delle gare per l'individuazione di operatori per il trasporto e lo smaltimento. Nei giorni appena trascorsi, tecnici della Regione, della Città Metropolitana, e di Roma Capitale hanno predisposto congiuntamente la relazione in base alla quale, ai sensi dell'ordinanza del 27 dicembre 2019, si dovranno individuare i siti di servizio per la città. Poiché tale provvedimento prevede funzioni e responsabilità ben distinte tra istituzione ordinante e soggetti esecutori delle prescrizioni, è da ritenere inopportuna la nostra partecipazione nelle more della decorrenza dei termini stabiliti dall'ordinanza. Poiché quest'ultima trova origine da una puntuale disposizione del codice dell'ambiente, la medesima fonte impone ora all'amministrazione regionale la funzione di vigilanza sulla sua completa applicazione, inibendola a prendere parte a discussioni che ne possano disconoscere il mandato. Certo che comprenderà la fondatezza giuridica di tale decisione, le porgo i più rispettosi saluti”.

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