le indagini
Diabolik, rogatoria a Dubai per entrare nel server dei cellulari criptati
A Dubai, nel server centrale della società "Imperial Eagle", che commercializza un'applicazione di messaggistica criptata (Kline), sono custoditi i segreti e i contatti della criminalità romana. Per questo, dopo la maxi retata dei finanzieri del Gico che giovedì hanno arrestato 51 persone (tra cui il titolare della società, Alessandro Telich, che riforniva di cellulari criptati Diabolik e la sua banda), gli inquirenti stanno lavorando a una rogatoria internazionale, per poter accedere a quel database. Non sarà facile, perché gli Emirati Arabi non sono tenuti alla collaborazione giudiziaria internazionale, come sfacciatamente sottolineato nel sito "klineapp.com" per pubblicizzare l’applicazione: «Chiamate in completa sicurezza, che viaggiano su server assenti da intercettazioni esterne, in completa tranquillità». Telich (detto "Tavoletta"), anche lui ultrà della Lazio, non forniva i suoi servigi solo all’organizzazione criminale dedita al narcotraffico capeggiata da Fabrizio Piscitelli e Fabrizio Fabietti. Quest’ultimo, infatti, in un’intercettazione spiega: «Stanno tutti impauriti... mi sa che ti faccio lavorare di brutto, tutta Roma vuole fare le bonifiche». Il "Tavoletta" aveva un vero e proprio tariffario: 300 euro per una bonifica, dai 1.500 ai 3.000 euro per uno smartphone con preinstallata l’app rappresentata da un simbolo con fondo blu e la scritta «Kline». L’organizzazione, avendo grande disponibilità di contanti, non si faceva problemi a cambiare il cellulare una volta a settimana. I finanzieri, infatti, ne hanno sequestrati una ventina nell’operazione «Grande raccordo criminale». Se uno dei membri dell’organizzazione veniva arrestato, Telich provvedeva da remoto a cancellare l'account del telefono, con le relative chat scambiate con gli altri utenti. Forse ha fatto la stessa operazione di «pulitura» dopo che Diabolik è stato ucciso il 7 agosto scorso nel parco degli Acquedotti. Il pm Nadia Plastina (titolare di entrambe le indagini) ha fatto inviare i tre cellulari di Piscitelli a una società tedesca, per aggirare l’ostacolo delle password. Ma, probabilmente, al suo interno la Squadra mobile troverà poco e nulla.