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Vittoria: apre la pasticceria

La Raggi interviene per la riapertura della pasticceria "Grezzo" nel centro di Roma

Damiana Verucci
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L'Amministrazione fa mea culpa e si affretta, si fa per dire, a dare l'ok all'autorizzazione in deroga per l'apertura della pasticceria Grezzo. Ieri è arrivato il sì dalla giunta. Nicola Salvi, piccolo imprenditore romano, che si era rivolto al nostro giornale per lamentare una situazione al limite del paradosso, tra norme vecchie, quelle nuove da approvare, regolamenti, commissioni e vari passaggi burocratici, ora tira finalmente un sospiro di sollievo e ci ringrazia. Sì perché c'è voluto addirittura l'intervento a distanza della sindaca Raggi, che bisogna ammettere si è prodigata subito ed è rimasta molto colpita dal caso, affinché si riuscisse a venire a capo della vicenda. Un piccolo laboratorio di pasticceria, che doveva aprire in via Mattei, pieno centro storico e dunque area protetta in base al nuovo regolamento comunale che vieta aperture, tra l'altro, di esercizi alimentari è rimasto bloccato per oltre un anno e mezzo con tutti i danni che per l'impresa che lo gestisce ne sono derivati: un mutuo da pagare, l'affitto, i fornitori e via dicendo. Salvi non sapeva più a chi rivolgersi dopo essersi trovato a chiamare tutti gli uffici e a cercare di capire perché, nonostante la sua azienda avesse tutte le caratteristiche per poter alzare la saracinesca, non venisse autorizzata. Poteva essere sua la colpa di essere incappato nel nuovo regolamento dopo aver ottenuto una prima autorizzazione ad avviare i lavori con una semplice Scia? Giusto limitare, soprattutto in determinare aree della città ormai sature di ogni tipo di attività commerciale, ma se poi un'impresa ha tutte le caratteristiche per poter ottenere una deroga come si può dover aspettare 18 mesi? E forse sarebbero stati molti di più se Il Tempo non avesse preso a cuore la questione o Salvi si fosse dato per vinto. Ora, però, arrivano le scuse. «Ho chiesto già personalmente scusa all'imprenditore – fa sapere con umiltà Carlo Cafarotti, assessore al commercio di Roma – lo faccio anche attraverso il vostro giornale. Purtroppo c'è stato un allungamento dei tempi dovuto alla Commissione tecnica che valuta come è giusto che sia i criteri delle domande in deroga che le pervengono, ma che ha introdotto delle varianti che non andavano introdotte. Siccome però a me piace pensare bene lo vedo come un errore di gioventù (trattasi di una procedura nuova, ndr). Chiedo di avere pazienza con la burocrazia di questa città. Sono oltremodo sicuro che quanto accaduto a Salvi non ricapiterà più». Ci immaginiamo con ironia una bella tirata d'orecchie dell'assessore Cafarotti a chi in Commissione ha reso tutto più difficile. Anche l'assessore ci ripete ogni momento che l'imprenditore meritava l'apertura perché la sua è una pasticceria di nicchia, che non può fare altro che rendere più bello e attraente il centro storico. Meno male che nel frattempo il nostro amico che fa impresa non ha deciso di mollare tutto e andarsene magari altrove. A Milano, ci racconta, ho aperto un altro laboratorio in poche settimane. A Salvi resta comunque l'amaro in bocca nonostante la gioia di sapere che in giunta è approdato il sì definitivo. «Si poteva evitare tutto questo e vi ringrazio davvero tanto. Senza il vostro aiuto, forse, starei ancora aspettando». Non lo sappiamo, siamo ottimisti anche noi come l'assessore Cafarotti, ci piace pensare che alla fine ci sarebbe riuscito anche da solo.

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