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De Vito torna a presiedere l'Aula. E il M5S si divide sulla sfiducia

Il presidente dell'Assemblea Capitolina non fa passi indietro. Opposizione e una parte dei grillini pronti a firmare per la sua revoca

Daniele Di Mario
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«Heri dicebamus (dunque, dove eravamo rimasti, ndr). È un piacere e un onore tornare a presiedere quest'Aula e ritrovare i colleghi». Così il presidente dell'Assemblea capitolina Marcello De Vito ha aperto i lavori del Consiglio comunale di Roma riprendendo il suo posto sullo scranno più alto dell'Aula Giulio Cesare dopo otto mesi di assenza a causa della vicenda giudiziaria inerente a presunti fatti di corruzione nell'ambito della costruzione dello Stadio della As Roma. A De Vito è stata notificata ufficialmente questa mattina dalla Prefettura la revoca degli arresti domiciliari ed è giunto a Palazzo senatorio poco prima delle 13, orario in cui la seduta era convocata per oggi. L'Aula si è aperta con l'intervento della vicepresidente vicaria Sara Seccia che ha annunciato il rientro di De Vito e quindi la decadenza del mandato del consigliere M5s pro tempore Roberto Allegretti. Al momento dell'ingresso in Aula De Vito è stato accolto da un applauso della platea e di una parte dei consiglieri. In platea tra gli altri la sorella Francesca De Vito e l'ex presidente del municipio III Roberta Capoccioni. Marcello De Vito - secondo quanto si apprende dalla capigruppo riunitasi a Palazzo Senatorio - resterà nel Movimento 5 stelle e quindi nella maggioranza capitolina. Nei suoi confronti il leader politico Luigi Di Maio ne aveva annunciato l'espulsione. I probiviri del M5S avevano avviato il procedimento per la fuoriuscita poi arrestatosi. Il rientro di De Vito provoca un terremoto politico. Il consigliere grillino Enrico Stefàno chiede pubblicamente le dimissioni di De Vito, che replica sfidandolo a raccogliere le 24 firme necessarie alla revoca. Le opposizioni però, in particolare Partito democratico e Fratelli d'Italia, sono pronte a sostenere Stefàno (nonostante il M5S sia spaccato) e in Aula hanno chiesto a De Vito un passo indietro. «Non si può far finta di niente di fronte a un momento così importante per l'Aula - ha detto il capogruppo di FdI Andrea De Priamo prendendo la parola in Aula - Diversamente da quanto accaduto in altri momenti per altre forze politiche, io non abbandonerò l'Aula. Nel momento in cui lei torna a presiedere l'Aula, ribadendo che dal punto di vista umano siamo contenti di vederla, la invitiamo a riflettere sul mantenere il ruolo di presidente dell'Assemblea capitolina. Per motivi politici e non umani oggi mi sento di chiederle e di valutare l'opportunità politica della sua permanenza come presidente dell'Aula». De Priamo ha poi spiegato che qualora venisse presentata la richiesta di revoca del ruolo per De Vito FdI è pronto a firmarlo. Il Pd, attraverso il suo capogruppo Giulio Pelonzi, ha sottolineato «la comprensione della vicenda umana, dopodiché, come gli altri gruppi, ci preoccupiamo del profilo politico istituzionale del presidente dell'Assemblea capitolina. Ci interroghiamo sull'opportunità dello svolgimento della funzione avendo un processo da affrontare. La invitiamo a riflettere sull'opportunità di ricoprire il ruolo di presidente». Il presidente dell'Aula Giulio Cesare, Marcello De Vito, ha replicato: «Vi ringrazio e prendo atto delle vostre considerazioni. Grazie dell'appunto e del richiamo ai doveri della mia funzione, che accolgo certamente. Ad oggi non c'è un'istanza di revoca con 24 firme, se ci dovesse essere sarà cura di questa presidenza e della conferenza dei capigruppo calendalizzarla nei termini di regolamento». La consigliera del gruppo Misto, ex M5s, Cristina Grancio, ha invece abbandonato l'Aula. «Ho deciso di uscire per protesta e astenermi dal partecipare ai lavori odierni dell'Assemblea contro la scelta della maggioranza di mantenere sullo scranno più alto dell'Aula Giulio Cesare un consigliere sotto processo per gravi reati contro la pubblica amministrazione. Un presidente dell'Assemblea che potrebbe trovarsi, fra l'altro, a breve, a presiedere sedute che riguarderanno direttamente fatti per i quali è imputato». È quanto ha dichiarato Cristina Grancio, capogruppo del Misto in Assemblea capitolina, comunicando, durante la seduta dell'Assemblea, la sua scelta di abbandonare i lavori per protesta contro il ritorno alla presidenza dell'aula di Marcello De Vito, non sostituito dalla maggioranza M5s nonostante il rinvio a giudizio nel procedimento sullo stadio della Roma. «Nulla da dire, ovviamente, sulla presenza del consigliere De Vito in Aula - spiega - che si verifica in applicazione della legge Severino, ma nessuna legge impedisce all'Assemblea di scegliersi un altro presidente. La più importante istituzione di rappresentanza della città aveva ed ha il diritto di fare altre scelte, scelte che continuerò con fermezza a sostenere da capogruppo del Misto». 

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