colpo di scena
Il giallo della trans Brenda non è finito
«Quando ho dato fuoco al trans sono andata dentro casa sua, non ho provocato i danni sulla strada. Un vero trans lo fa bene, altrimenti è un trans di poco conto». Oggi, trascorsi esattamente dieci anni dalla morte del transessuale Brenda, viene alla luce un’intercettazione capace di fornire elementi inediti e utili a chiarire quel caso, un’inchiesta su una vicenda archiviata quattro anni e mezzo fa ma mai del tutto chiarita. I militari dell’Arma hanno infatti ascoltato una conversazione che sembrerebbe riguardare il transessuale coinvolto nel caso dell’ex governatore della Regione Lazio, Pietro Marrazzo, e deceduto in circostanze misteriose. La vicenda inizia il 24 ottobre 2018, quando una transgender che afferma di prostituirsi in viale della Moschea, zona Parioli, bussa alla porta dei carabinieri della caserma di Tomba di Nerone. Ha lividi su tutto il corpo, contusioni e diverse escoriazioni. Ai militari spiega quello che le è accaduto la sera prima. Racconta di essere stata aggredita da tre «colleghe» e dice: «A loro dire io non sarei stata autorizzata a lavorare li». I carabinieri indagano, scoprono l’esistenza del «pranzo della rivelazione» in cui viene deciso chi può restare in Italia e chi deve tornare in Brasile. Intercettano i telefoni di tutte le persone coinvolte e tre persone finiscono a processo con l’accusa di estorsione. Indagando su quel giro di prostituzione ed estorsioni però si... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI