Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Dal tunnel segreto all'assalto alle Poste. Così la Finanza smantella la banda dei rapinatori di Roma

Avevano programmato il colpo nel caveau nel cuore della Capitale e la rapina all'ufficio postale di Ostia. Eseguite 9 ordinanze di custodia cautelare

Augusto Parboni e Andrea Ossino
  • a
  • a
  • a

Il tunnel segreto che avrebbe dovuto portare i rapinatori nel caveau custodito nel cuore della Capitale era già pronto. E anche il piano per derubare l'ufficio postale di Ostia. Sono diversi i colpi programmati dalla banda. Ma i finanzieri sono sempre stati un passo avanti a loro. E oggi, all'alba, i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno smantellato il gruppo eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 9 persone. Per otto di loro si sono aperte le porte del carcere, mentre uno andrà ai domiciliari. Sono accusati di aver pianificato una serie di furti e rapine ai danni di istituti di credito ed esercizi commerciali. In realtà, secondo le accuse, gli indagati sarebbero anche coinvolti in un giro di spaccio. Al vertice del gruppo sgominato dal Gico c'è Lorenzo Serracchini, un personaggio già noto nel panorama criminale romano. Insieme Lucio e Daniele Russo, anche loro protagonisti dell'operazione di questa mattina, con l'aiuto di  un ex esponente della Banda della Magliana, Bruno Nieddu, nel 2010 ha messo a segno un colpo nella villa all'Eur di un noto costruttore, sequestrando anche le vittime. Poi è scappato in Spagna, ma prima di partire per il Sudamerica è stato arrestato in un internet point di Palma di Maiorca. Estradato in Italia ha continuato a pianificare colpo su colpo. Ma per quanto l'organizzazione fosse meticolosa, le Fiamme Gialle gli hanno sempre soffiato il bottino da sotto il naso. È accaduto nel 2017, quando armi, passamontagna e macchine rubate sono già a disposizione per rapinare l'ufficio postale Lido di Ostia, nel giorno in cui è previsto il pagamento delle pensioni. Il piano non è riuscito: due complici di Serracchini, Giovanni Costa e Carlo Boschetto, vengono arrestati. L'indagato ci riprova, contatta anche vecchi amici come Lucio e Daniele Russo, arrestati insieme a lui per quel colpo in villa che lo ha resto famoso. Anche questa volta pianificano tutto: trovano un appartamento disabitato sopra un laboratorio di preziosi sul Lungotevere dei Mellini, a due passi dalla Cassazione. Iniziano a scavare, imbastiscono un tunnel e in una sola notte tutto è pronto per estrarre la cassaforte. La fortuna non sorride agli indagati. Inaspettatamente il custode dell'appartamento decide di fare un sopralluogo e manda al monte il piano chiamando i militari. Le indagini sono approfondite e così viene alla luce un giro di droga: nel novembre 2017 altre due persone, Silvano Cerroni e Silvano Eusepi, vengono arrestati perché trovate con le mani nel sacco, un sacco pieno di cocaina purissima: un chilo. Giorno dopo giorno tutti gli altri protagonisti vengono identificati. E oggi l'ultimo atto: il gip ha dato l'ok e l'indagine della Procura di Roma è partita. Da Roma a Rieti i finanzieri hanno eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare.

Dai blog