il giallo della caffarella
La fidanzata di Sacchi non convince i pm
Anastasiya sarà ascoltata nuovamente dagli inquirenti. La fidanzata di Luca Sacchi, il personal trainer ucciso mercoledì sera all’Appio, dopo il delitto aveva già riferito ai carabinieri di quegli istanti in cui «due ragazzi sulla trentina e con accento romano» hanno cercato di rapinarla, dopo averla seguita a bordo di una Smart bianca. Ha spiegato i momenti precedenti la rapina, dicendo che nella sua borsa c’erano poche decine di euro e che quella sera era con il suo ragazzo in via Teodoro Mosmen, all’uscita del pub John Cabot, per "controllare" il fratello diciannovenne della vittima, che stava guardando la partita di Champions tra Inter e Borussia Dortmund. Le indagini che ieri hanno portato il giudice per le indagini preliminari a convalidare l’arresto nei confronti di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino hanno però fatto emergere un’altra realtà. Nello zaino, secondo la testimonianza di un amico degli indagati, c’erano «soldi divisi in due mazzette da 20 e da 50 euro». Il testimone riferisce anche che quel denaro sarebbe servito per acquistare "erba". «La droga? Non centra niente. Luca era lì per guardare il fratellino che si trovava nel pub», ha detto però Anastasiya ai microfoni del Tg1. E invece, leggendo il decreto di fermo, emerge che l’amico degli indagati sostiene di aver avuto il compito di verificare la presenza del denaro, e per questo di aver interagito con «la ragazza», la stessa che dopo aver udito gli spari, il testimone «vedeva in terra vicino a un ragazzo ferito». In altre parole i pm vogliono capire se... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI