Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Dopo l'omicidio c'è lo scaricabarile: "Non sapevo che avesse la pistola"

Del Grosso e Pirino uno contro l'altro: "Ero lì solo per fare una rapina"

Andrea Ossino
  • a
  • a
  • a

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i ventunenni di San Basilio, accusati di aver ucciso con un colpo di pistola Luca Sacchi a Roma. Hanno fatto scena muta durante l'interrogatorio che si è svolto sabato mattina nel penitenziario Regina Coeli davanti alla titolare dell'indagine, la pm Nadia Plastina. Il fermo è stato convalidato dal gip, che ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Valerio «ha chiesto scusa e si è scusato per quel che è successo», racconta Alessandro Marcucci, legale di Del Grosso, «ha spiegato come in realtà non avesse in animo quello di uccidere nessuno». Il giovane, accusato insieme all'amico di concorso in omicidio, rapina, detenzione e porto abusivo d'armi, «è provato, molto provato e dispiaciuto. È un dramma che ha investito più famiglie. È dispiaciuto per quello che è accaduto a Luca». Quanto all'arma del delitto o all'ipotesi che conoscesse la vittima, «si è avvalso della facoltà di non rispondere. Aspettiamo di rendere interrogatorio con i magistrati. Dopodichè si saprà». A quanto pare Pirino, difeso dall'avvocata Giulia Cassaro, non sapeva che Del Grosso avesse una pistola: era lì per una rapina, avrebbe raccontato in una dichiarazione spontanea davanti al gip. Tanti i punti bui da chiarire. L'indagine parte da un fatto certo: l'aggressione subita fuori dal pub John Cabot, nella zona dei Colli Albani, da Sacchi, 24 anni, e dalla sua fidanzata Anastasia Kylemnyk nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi. Ci sono poi altri elementi inconfutabili: il colpo letale sparato alla nuca di Luca e la fuga dei due presunti autori del crimine subito dopo. Del Grosso è stato rintracciato in un hotel in zona Tor Cervara dove aveva trovato rifugio, mentre Pirino sul terrazzo di una palazzina, in zona Torpignattara. Fondamentale è stata la denuncia della madre di uno dei due. Nelle ore successive all' omicidio gli investigatori hanno trovato la mazza da baseball che i due sospettati avrebbero usato per l'azione violenta nei confronti di Sacchi e della fidanzata, a cui si presume volessero strappare lo zainetto. Il movente è ancora fumoso, come si è lasciato sfuggire il capo della polizia, Franco Gabrielli, che a poche ore dalla tragedia ha spiegato come gli accertamenti vadano in una direzione differente alla prima narrazione. Ovvero che, dietro a quello che inizialmente sembrava un tentativo di scippo finito in tragedia, potrebbe esserci una storia diversa. L'ipotesi sulla quale si sta lavorando sarebbe quella di una compravendita di droga al dettaglio finita male. La ricostruzione, però, è stata smentita con forza dalla fidanzata di Sacchi. Non è escluso che proprio Anastasia possa essere riascoltata dagli inquirenti nei prossimi giorni.

Dai blog