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Fermati due sospetti per l'omicidio di Luca Sacchi. La pista della droga

Presi grazie alla soffiata di un parente. Romani, hanno 21 anni. Ma la ragazza nega tutto

Davide Di Santo
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Svolta nell'omicidio di Luca Sacchi. Ad aggredire il 24enne e la sua fidanzata fuori dal pub John Cabot, nella zona dei Colli Albani di Roma, sarebbero stati Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, entrambi di 21 anni e con precedenti penali, uno per aggressione e l'altro per spaccio. I due, che dopo l'interrogatorio sono stati portati nel carcere di Regina Coeli, sono accusati di omicidio, rapina, detenzione e porto abusivo di armi. Del Grosso è stato rintracciato in un hotel in zona Tor Cervara dove aveva trovato rifugio, mentre Pirino sul terrazzo di una palazzina dove si era nascosto, in zona Torpignattara. Gli inquirenti hanno confermato che per arrivare al fermo ha contribuito la denuncia della madre di uno dei due giovani. Nel pomeriggio è stata ritrovata pure la mazza da baseball che i due sospettati avrebbero usato per l'azione violenta nei confronti di Sacchi e della fidanzata. La storia, però, resta intricata sotto il profilo del movente. Dietro a quello che in un primo momento sembrava essere un tentativo di scippo finito in tragedia, potrebbe esserci una storia diversa. A confermarlo è il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che spiega come gli accertamenti vadano in una direzione differente. L'ipotesi sulla quale si sta lavorando sarebbe quella di una compravendita di droga al dettaglio finita male. Una ricostruzione che Anastasia Kylemnyk, la fidanzata ucraina di Sacchi, smentisce con forza. «Noi eravamo lì per tenere d'occhio il fratellino che era al pub», spiega al Tg1. «Ho sentito solo la voce del ragazzo, romano, romanissimo, un ragazzo giovane. Mi ha detto 'Damme sto zainò. Non lo supereremo mai, sono dei mostri», argomenta ancora. «Magari Luca si fosse nascosto non sarebbe successo nulla, ma io ero a terra e lui mi ha protetto come ha sempre fatto». E pure il padre di Sacchi invita tutti a non divulgare informazioni sbagliate. «Mio figlio era puro: non si drogava e non beveva alcolici», dice ai cronisti. Il fatto di sangue avvenuto in città, a tre mesi di distanza dall'assassinio del carabiniere Mario Cerciello Rega, fa alzare nuovamente il volume dello scontro politico sulla sicurezza della Capitale. La sindaca Virginia Raggi esprime «rabbia e vergogna» ma, allo stesso tempo, precisa che «Roma non è il far west e i cittadini romani non sono dei banditi». Un pensiero condiviso pure da Gabrielli: «Che Roma abbia i suoi problemi credo che nessuno lo disconosca ma arrivare a rappresentarla come Gotham City...», spiega. Mentre gli inquirenti proseguono nel loro lavoro per ricostruire la dinamica dei fatti, il saluto più sentito a Luca Sacchi arriva da Manuel Bortuzzo, il nuotatore che proprio a Roma ha perso l'uso delle gambe dopo essere stato colpito da due colpi di proiettile fuori da un locale. «Non ho mai sentito un episodio così vicino a me, ma se nel mio caso la vita è stata bastarda, con te non ha avuto proprio pietà. Riposa in pace Luca», le sue toccanti parole affidate ai social.

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