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I cellulari di Diabolik inviati in Germania

Nei tre smartphone custoditi i segreti dell'ultrà della Lazio ucciso. In Baviera c'è una società che riesce a sbloccare le password dei telefonini

Andrea Ossino
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La verità sull'omicidio Diabolik potrebbe arrivare dalla Germania. A Monaco potrebbero essere rivelati i contatti, le chat e le conversazioni del leader degli Irriducibili della Lazio, ucciso il 7 agosto scorso al Parco degli Acquedotti. Le ultime parole di Fabrizio Piscitelli sono custodite dentro i tre telefoni sequestrati dagli inquirenti. In quei tre smartphone ci sono i segreti della vittima, le sue confidenze e forse anche i dialoghi con cui è stato organizzato quell'appuntamento che ricorda tanto una trappola ben orchestrata. Un tranello che ha condotto Diabolik nelle mani del sicario travestito da runner. Per questo è così importante, per chi indaga, conoscere il contenuto di quei telefoni. Ma Piscitelli i suoi contatti li ha sempre custoditi gelosamente. Protetti da password rimangono ancora celati dietro uno schermo. Familiari e amici non hanno saputo fornire la combinazione di numeri che potrebbe aiutare le indagini. Esiste però un' altra strada. In Baviera c'è un'azienda che potrebbe sbloccare i telefoni. Per questo motivo i tre cellulari di Diabolik hanno varcato i confini italiani per approdare nelle mani degli esperti tedeschi. Del resto non è la prima volta che la Procura di Roma si affida alle aziende tedesche per risolvere simili problematiche. Alcuni mesi fa gli inquirenti, inviando un telefono in Germania, sono riusciti ad accedere al cellulare di Carlo Russo, l'imprenditore napoletano amico di Tiziano Renzi e coinvolto nel «caso Consip». Russo, rivela un'intercettazione carpita proprio in quel telefono, riteneva che quell'accertamento tecnico fosse illegale, in quanto «aperto» in assenza dei suoi avvocati. Una tesi che non inficerebbe sicuramente l'inchiesta legata all'omicidio di Piscitelli, considerando che il proprietario dei cellulari è proprio la vittima. Ad ogni modo il contenuto di quei telefoni, sebbene possa rivelare indizi importanti, non è l'unica pista investigativa sulla quale lavorano i pm di Roma e gli agenti della Squadra mobile. Alcuni confidenti hanno infatti detto che Fabrizio Piscitelli è stato ucciso mentre cercava di riscuotere un credito di oltre 100 mila euro, facendo il nome e il cognome del debitore e indicandolo come un possibile mandante... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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