M5S diviso nella Capitale. Bugani affianca la Raggi
Dopo la rottura con Di Maio diventa capostaff della sindaca. Fedelissimo di Casaleggio è critico sull'accordo col Pd
Virginia Raggi nomina Massimo Bugani suo nuovo capostaff e la notizia scuote la politica romana. Perché Bugani non è un burocrate qualsiasi, ma uno degli esponenti più in vista dell'universo grillino, da sempre vicinissimo a Davide Casaleggio e reduce da un attrito deflagrante con il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Sono in tanti a chiedersi se questa nomina contribuisca a modificare gli equilibri di potere nello scenario grillino. A trasformare, cioè, la Capitale in una sorta di «quartier generale» dei ribelli, di coloro che male hanno sopportato l'ultima evoluzione imposta da Di Maio al MoVimento, con l'accordo di governo con il Pd e l'avvio di quel processo di alleanze a livello locale che ha trovato una prima applicazione in Umbria. Di certi ci sono alcuni fatti, riportati in ordine temporale. Se all'inizio del suo mandato Virginia Raggi era considerata vicinissima a Luigi Di Maio e invisa, invece, a un'altra corrente del MoVimento capeggiata da Roberta Lombardi, negli ultimi mesi lo scenario era cambiato. E lo scontro della sindaca con Di Maio era deflagrato quando, alcuni mesi fa, la Raggi si era recata a Casal Bruciato per difendere l'assegnazione di una casa popolare a una famiglia rom, contestata dai residenti, e si era presa un rimbrotto - sebbene confinato nei retroscena - proprio dal capo politico, secondo il quale «prima si aiutano i romani, gli italiani, poi tutti gli altri». I rapporti non erano migliorati nei mesi successivi se è vero che a fine agosto, in piena trattativa per la formazione del Conte bis, la sindaca aveva velatamente criticato i paletti posti da Di Maio sull'accordo: «Ci sta anche puntare i piedi sulla centralità del programma ma in questo momento, visto che ognuno ha giocato le sue carte, bisognerebbe tacere e passare la palla a Conte». Poi, in realtà, sindaca e capo politico sono tornati a parlarsi, nei giorni scorsi, quando si sono visti alla Camera per affrontare il tema dei poteri speciali per Roma Capitale. Ma l'arrivo di Bugani nel suo staff indica che i rapporti non sono tornati idilliaci. Perché Bugani con Di Maio non si è lasciato affatto bene. Era l'inizio di agosto quando, con un'intervista al Fatto, il socio dell'associazione Rousseau aveva annunciato le sue dimissioni da vicecapo della segreteria particolare di Di Maio a Palazzo Chigi a causa di un'altra sua intervista in cui aveva difeso le intemerate di Di Battista e a cui era seguita, tra le altre cose, una decurtazione del suo stipendio. Nelle settimane successive Bugani non aveva fatto mistero di non gradire l'accordo di governo con il Pd. E, guarda caso, ieri è stato il capogruppo del M5S in Campidoglio a sottolineare come «ad oggi, da Statuto del M5s, nelle elezioni locali ci si presenta da soli o al massimo, come votato dagli iscritti, ci possono essere alleanze con liste civiche. Mi sento quindi di escludere, al momento, che nelle elezioni comunali del 2021 il M5s possa presentarsi insieme al Pd». Senza contare che tra gli sponsor di Bugani c'è anche quel Di Battista che è sempre stato orgogliosamente lontano dal Pd e che ora si è riavvicinato alla sindaca Raggi. Roma diventa dunque la Capitale dei «malpancisti» grillini? Gli indizi sembrerebbero far propendere per questa ipotesi. Ma c'è anche chi, tra i Cinquestelle, smentisce questa lettura e svolge un'altra narrazione. Quella di un Bugani che nelle ultime settimane avrebbe ricucito con Di Maio. Quindi, secondo questa scuola di pensiero, il suo arrivo nello staff della Raggi servirebbe a rafforzare la sindaca nella parte finale del suo mandato e a creare un rapporto più stretto con il governo nazionale. Magari sperando che la popolarità di Virginia risalga e che in qualche modo la prima cittadina sia spendibile anche per le prossime Comunali. I regolamenti grillini non lo consentirebbero, ma è vero pure che, su quel fronte, le cose vengono modificate di continuo e c'è sempre l'opzione «lista civica». Si vedrà. Quello che è certo è che nel MoVimento si vivono giorni di grande subbuglio. E, con l'arrivo di Bugani a Roma, neanche la Capitale ne è immune. «Da oggi inizia una nuova sfida ed è proprio all'interno della sfida che si nasconde la felicità» è stato il suo commento all'incarico. Ma la felicità, si sa, è un concetto molto relativo.