carabiniere ucciso
Anche Natale rinuncia al riesame. L'americano resta in carcere
Prima Finnegan Lee Elder e adesso anche Gabriel Natale Hjort. Proprio come il 19enne americano arrestato per l’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, anche il secondo indagato rinuncia all’udienza del Riesame. Il maxi deposito di atti che la Procura di Roma ha consegnato agli avvocati venerdì scorso ha spinto i legali del ragazzo accusato di concorso in omicidio a fare un passo indietro. Tra nuove prove e attività investigativa ancora in corso, i penalisti hanno deciso: “Abbiamo rinunciato. Per la seconda volta la Procura ha depositato nuovi atti a ridosso dell’udienza del tribunale del Riesame – commenta l’avvocato Francesco Petrelli – il nostro assistito ha saputo solo dalla tv del deposito di questi nuovi atti. Inoltre – continua il legale - ci è stato comunicato che l’attività istruttoria è ancora in corso e a noi serve tempo per analizzare i documenti agli atti con i nostri consulenti”. Le nuove prove, del resto, pesano come un macigno. I carabinieri del Ris hanno infatti individuato le impronte di Christian Gabriel Natale Hjort su uno dei pannelli del controsoffitto della camera dell'albergo dove i due alloggiavano e in cui fu occultato il coltello utilizzato da Elder per colpire il carabiniere. È un dato importante, visto che Natale aveva sempre negato di avere avuto a che fare con l’arma. Un altro aspetto rilevante riguarda le immagini e i video trovati nei telefoni cellulari degli indagati. Fotogrammi che dimostrano, secondo l’accusa, “la particolare predilezione per le armi palesata da Natale, vista la sua irriverenza nell'ostentarne il possesso e la disinvoltura mostrata nel maneggio", si legge negli atti. Tra le foto infatti Natale viene ripreso mentre indossa un guanto blu e “maneggia una pistola nell’evidente azione di incamerare il proiettile nella canna”. La difesa di Natale "ha rinunciato a proseguire sulla strada del Riesame, evidentemente c'erano elementi consistenti. Le impronte sono state abbastanza rilevanti, ha pesato un po' tutto. Facciamo terminare l'ottimo lavoro che sta conducendo la Procura", ha detto il legale della famiglia Cerciello, l'avvocato Massimo Ferrandino.