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Arriva la stangata sui ticket non pagati

La Regione Lazio sta per inviare 65mila cartelle per esenzioni non dovute. Si va indietro fino al 2011: incasso previsto 100 milioni

Antonio Sbraga
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Anche la Regione Lazio ha la sua «quota 100». Ma non riguarda le pensioni, bensì le sanzioni per i ticket sanitari evasi negli ultimi 8 anni. Ammontano a ben «100 milioni di euro», infatti, le centinaia di migliaia di avvisi bonari e di pratiche di riscossione coattiva spedite dalla Regione a pazienti e degenti che hanno effettuato «falsa o errata attestazione di esenzione da reddito e di quelli che hanno usufruito in maniera indebita dell'esenzione dal pagamento del ticket sanitario» tra il 2011 e il 2018. Avvisi bonari, contenenti però cattive notizie, per coloro che hanno autocertificato per errore (o dolo) il diritto all'esenzione per i ticket delle visite specialistiche e degli esami diagnostici, oppure per le ricette farmaceutiche. Ma la stangata riguarda anche i cittadini che non sono riusciti a disdire gli appuntamenti entro i tempi previsti. E persino coloro che non hanno ritirato i referti o le cartelle cliniche. È il Tavolo di monitoraggio dei ministeri dell'Economia e della Salute che ha richiesto alla Regione «di procedere al recupero delle somme di compartecipazione alla spesa relative a prestazioni di specialistica ambulatoriale e farmaceutica (ticket) correlate ad esenzioni per reddito e non corrisposte dagli assistiti del Lazio per le annualità successive al 2010. Il valore stimato per il recupero relativo ad 8 annualità (2011-2018) è pari a 100 milioni di euro». Dal marzo scorso sono stati già emessi «235 mila avvisi bonari, per un valore complessivo pari a 25,5 milioni di euro per le annualità 2009-2010 e sono stati pagati immediatamente dagli assistiti 130 mila avvisi per 13,5 milioni di euro». Ora, dopo aver «annullato in autotutela da parte della Regione 40 mila avvisi», l'amministrazione con il nuovo decreto «sta provvedendo al recupero tramite riscossione coattiva di circa 65 mila avvisi per 12 milioni di euro». La Regione spiega che «il valore previsto per il recupero dei ticket per le 8 annualità considerate è stato stimato, sulla base di quanto avvenuto per gli anni 2009-2010, pari al 53% del totale (100 milioni di euro), imputando il 50% del recupero all'anno 2019 (26,5 milioni di euro) e il restante 25% del recupero agli anni 2020 (13,2 milioni) e 2021 (altri 13,2)». La Regione nel giugno scorso ha spedito i primi avvisi bonari per recuperare 42 milioni di euro. Stimando il recupero «per il 2011 di circa 22 milioni di euro e di circa 20 milioni per il 2012». Ma il progetto, predisposto dalla società regionale Lazio Crea per un costo complessivo di 225 mila e 466 euro, contempla «l'estensione del periodo di recupero delle somme fino all'anno 2018 compreso, attraverso una piattaforma di gestione e controllo di supporto alle Aziende Sanitarie». Passando al vaglio 8 anni di impegnative per verificare «la falsa o errata attestazione di esenzione da reddito di quelli che hanno usufruito in maniera indebita dell'esenzione dal pagamento del ticket sanitario». Anche perché ha comportato «un indebito vantaggio a scapito dell'equo utilizzo delle risorse destinate a garantire i Livelli Essenziali di Assistenza». Pure le ricette sono state controllate per il «recupero delle somme evase da coloro che hanno acquistato farmaci in regime di esenzione per reddito». Il monitoraggio non ha risparmiato neanche le prestazioni di emergenza-urgenza, perché uno degli obiettivi punta «anche al recupero delle somme derivanti dal mancato pagamento dei codici bianchi per quanto riguarda le prestazioni di Pronto soccorso». L'incrocio dei dati ha spulciato anche negli archivi, punendo finanche i titolari dei «referti non ritirati». Ma il decreto U00094 non è una novità, anche se arriva quasi 4 anni dopo la precedente «procedura sistematica ed organica di recupero delle somme non corrisposte per le annualità 2009-2010», deliberata dalla Regione nell'aprile del 2015. «Dallo screening su 1 milione di cittadini esenti, sono emersi circa 235mila casi di soggetti che hanno usufruito dell'esenzione per reddito di prestazioni sanitarie senza averne diritto. I controlli sono stati fatti sulle due annualità 2009 e 2010, incrociando i dati con l'Anagrafe tributaria dell'Agenzia delle Entrate, la Regione ha già recuperato oltre 11 milioni di euro», quantificò la Pisana nel gennaio del 2016. Allora venne «riscontrato un margine fisiologico di errore nell'invio della comunicazione all'incirca del 3%» con l'invio di nuove lettere «ai precedenti destinatari, che annulla, agendo in autotutela, gli avvisi bonari precedentemente inviati».

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