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Funerali Diabolik, no del Tar al ricorso. La famiglia: "Nessuno al cimitero"
È stata negata la sospensiva dell’ordinanza del Questore relativa alle esequie, ma il ricorso resta in piedi per quanto riguarda le richieste di annullamento dell’atto rivolta al Tar dalla famiglia di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, e morto qualche giorno fa in un agguato a mano armata a Roma. Le persone più vicine a Fabrizio Piscitelli, storico capo ultras del gruppo degli Irriducibili della Lazio e morto in un agguato a mano armata il 7 agosto scorso al Parco degli Acquedotti, non parteciperanno ai funerali in forma privata previsti dall’ordinanza del Questore di Roma, Carmine Esposito. È quanto si apprende da fonti vicine alla famiglia che spiegano che in particolare la sorella Angela e la moglie Rita Corazza, alle quali il Tar ha negato la sospensione dell’ordinanza del Questore, hanno ribadito l’intenzione di non prendere parte a una cerimonia funebre ritenuta inadeguata al ricordo del 53enne. Sempre le stessi fonti hanno chiarito che non prenderanno parte alle esequie in forma privata, programmate per domani alle 6 del mattino nella cappella del cimitero Flaminio, né parenti, né amici, né i gruppi delle tifoserie organizzate. Infatti la famiglia di Fabrizio Piscitelli, per bocca della moglie Rita, chiede agli amici di non presentarsi al cimitero Flaminio. «In segno di rispetto assoluto nei confronti dei familiari di Fabrizio accogliamo l’invito lanciato dalla famiglia e non saremo presenti al cimitero Flaminio. Estendiamo l’appello a tutti i tifosi della Lazio e non e ai tanti amici di Fabrizio. È obbligo morale di tutti rispettare la volontà della famiglia». Lo scrive la Voce della Nord, pagina Facebook attraverso la quale comunica il gruppo di ultrà della Lazio Irriducibili, di cui era uno dei leader Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, ucciso mercoledì scorso con un colpo di pistola alla nuca mentre era al Parco degli Acquedotti.