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Museo della Civiltà Romana, un gioiello nel degrado

Mary Tagliazucchi
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Sono passati già 5 anni da quando nel del 2014 il Museo della Civiltà Romana, del Planetario e del Museo Astronomico dell'Eur ha chiuso i suoi battenti con grande rammarico dei cittadini romani e dei tanti visitatori. La motivazione: lavori di manutenzione per troppo tempo rimandati e quindi necessari. Secondo gli ultimi aggiornamenti - arrivati nella scorsa metà di maggio - nei primi giorni di settembre sembrano siano previsti i primi collaudi dei lavori di adeguamento e, se così fosse, in breve tempo si potrebbe arrivare alla sua riapertura definitiva. Ma al momento che tutto è fermo, in attesa di nuovi sviluppi, purtroppo neanche questo importante polo museale, fiore all'occhiello del quartiere Eur, è rimasto ‘illeso' dal degrado e l'incuria e si mostra in uno stato di triste decadimento, come denuncia il consigliere Francesco Figliomeni consigliere di Fratelli d'Italia e vice presidente dell'Assemblea Capitolina: “Il bel quartiere monumentale dell'Eur ormai da troppo tempo si dibatte in un decadimento senza fine tra prostituzione, abusivismo commerciale, edifici storici realizzati da grandi architetti lasciati in uno stato evidente di abbandono e incuria, a dimostrazione che non esiste più il discorso di centro e periferia e che l'intera città è lasciata andare alla deriva, nel completo disinteresse dell'amministrazione Raggi che sebbene governi la città ormai da circa tre anni, sembra non accorgersi della situazione di difficoltà in cui versa. Dopo un sopralluogo effettuato in questi giorni nell'area in cui è ubicato il maestoso Museo della Civiltà Romana che si snoda su dodicimila metri quadrati espositivi, siamo rimasti allibiti di fronte allo stato pietoso in cui versa tra targhe toponomastiche distrutte, vomito, urina, cocci di bottiglia, rifiuti lasciati tra le colonne del porticato e transenne di ferro poste davanti il sontuoso colonnato principale in parte divelte”. Già nell'agosto del 2017 il consigliere di Fratelli d'Italia aveva fatto un'interrogazione a riguardo come lui stesso prosegue a spiegare: “Due anni fa c'eravamo già occupati di questo fiore all'occhiello del sistema museale comunale che aveva ben 59 sezioni di collezioni uniche, ormai chiuso dal 2014, diventato ricettacolo di vandali, degrado e sporcizia, ma la nostra denuncia non è servita a nulla e questo museo è ormai diventato simbolo dell'inciviltà romana. Sebbene siano stati iniziati i lavori di ripristino interni l'anno scorso per la messa a norma degli impianti a cui successivamente si sono aggiunte delle pericolose infiltrazioni d'acqua a cui dover far fronte, tra corsi e controricorsi la gara per i lavori è rimasta bloccata a lungo e solo successivamente c'è stata una successiva aggiudicazione con i fondi del Comune, ben due milioni di euro, di cui però ancora non abbiamo visto i risultati, al punto che il museo continua a rimanere chiuso e ad essere sempre più stretto in un abbraccio mortale che sembra essere senza ritorno – conclude il consigliere – Un vero danno per la città, perché questa istituzione accoglieva ben 40mila visitatori l'anno ed era un punto di riferimento per archeologi e studenti, un vero gioiello della Capitale oggi purtroppo umiliato e abbandonato”.

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