Il gip: carabiniere ucciso con un coltello da Marines
"Prima di accasciarsi ha detto mi hanno accoltellato". È il racconto di Andrea Varriale, il carabiniere che era con il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega sul luogo dell'aggressione. La frase è citata dal gip della Capitale, Chiara Gallo, nell'ordinanza con cui ha disposto il carcere per i due cittadini americani accusati dell'omicidio, i ventenni Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjort, i cui nonni secondo quanto riporta il giudice sono residenti nella provincia di Roma. Il giudice mette nero su bianco il tipo di coltello usato dall'assassino e che, secondo quanto è trapelato nei giorni scorsi, sarebbe stato portato dagli Stati Uniti dal ragazzo. Un'arma "classica"da marine: "coltello a lama fissa lunga 18 centimetri tipo 'Trench knife' Ka-Bar Camillus con lama brunita modello marines con impugnatura di anelli di cuoio ingrassato e pomolo in metallo brunito", ha scritto il gip di Roma. "Nessuno dei due indagati ha dimostrato di aver compreso la gravità delle conseguenze delle proprie condotte, mostrando un'immaturità eccessiva anche rispetto alla giovane età e al grado di violenza che connota le condotte di entrambi", scrive il gip di Roma, Chiara Gallo, nell'ordinanza cautelare che ha disposto il carcere per i due studenti. I quali hanno mostrato "totale inconsapevolezza del disvalore delle proprie azioni come apparso evidente anche nel corso degli interrogatori. Infatti le loro condotte, sostiene il gip, "testimoniano la totale assenza di autocontrollo e capacità critica evidenziandone la pericolosità sociale". L'ordinanza rcorda che i due "erano alla ricerca di sostanze stupefacenti nel corso della serata e che entrambi avevano bevuto alcol". E, queste circostanze, valutate insieme alle condotte, "testimoniano incapacità critica dei due coindagati", e di conseguenza rendono evidente la loro "elevata pericolosità sociale". La misura del carcere si vede necessaria per "il pericolo di fuga e il pericolo concreto di reiterazione dei reati". I due americani - si legge - "sono stabilmente residenti all'estero, presenti in Italia occasionalmente e sorprese dalla polizia giudiziaria in procinto di lasciare l'albergo subito dopo avere commesso i delitti in contestazione, condotta quest'ultima che non puo' non ritenersi finalizzata a far perdere le proprie tracce".