camera ardente
Il saluto di Roma a Cerciello: "Non si può morire così"
La folla composta che si era radunata in piazza del Monte di Pietà ha iniziato a entrate in fila nella cappella dove è stata allestita la camera ardente per Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso nelle prime ore di venerdì notte a coltellate da un giovane turista statunitense. Una fila lunghissima, che si dipana per diversi isolati. Mentre suonano le campane a lutto in tanti hanno in mano dei fiori, altri si fanno il segno della croce, altri ancora si chiedono come sia stato possibile morire così. Verso le 15:30 è arrivata la moglie del Carabiniere ucciso che ha accompagnato il feretro e ora lo veglia in piedi in maniera composta. La bara del militare e' avvolta in una bandiera tricolore, sopra è stata posta una sua foto in divisa e un cero, quattro carabinieri in alta uniforme formano un picchetto attorno. Accanto alla moglie i familiari della vittima seduti a semicerchio attorno al feretro. Sono centinaia le persone che, a partire dalle 16, hanno voluto rendere omaggio alla vittima, tra loro anche i vertici della Questura di Roma. Sono presenti anche i vertici del comando provinciale dei Carabinieri di Roma. Tra i rappresentanti della politica e delle istituzioni hanno voluto rendere il proprio omaggio al militare ucciso. Dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla sindaca di Roma Virginia Raggi alla presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, oltre a vertici militari e personalità della cultura e dello spettacolo come il regista Pupi Avati. "C'è molta commozione e tutta la massima vicinanza nei confronti della moglie e della famiglia - ha detto il premier Conte - Oggettivamente è una perdita che ci addolora tutti. Questo e' il momento della commozione, Questo è il momento di stare vicini alla famiglia. Poi per qualche altra dichiarazione di più ampio respiro su questa vicenda, mi riservo di farvi sapere". "Un galantuomo, una persona per bene. Un umile servitore dello Stato che ha pagato a caro prezzo per il suo lavoro", è il commento di Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, comune d'origine del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. "Era mio dovere essere qui oggi a rappresentare la mia città e anche come amico era giusto essere qui. A voi giornalisti dico: non infanghiamo il suo nome non lo merita. Ho visto già degli articoli stampa che non danno ragione al valore di quest'uomo", ha concluso (foto di Francesco Benvenuti).