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L'assassino del carabiniere è uno studente americano

I due ventenni torchiati per ore fino alla confessione. Avevano rapinato uno spacciatore, lui va coi militari all'appuntamento per riavere lo zaino. Poi il dramma

Valeria Di Corrado e Francesca Musacchio
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Ha 19 anni, la pelle chiara ed è americano. L'uomo che ha ucciso il vice brigadiere Mario Cerciello Rega è un giovane turista statunitense con i capelli tinti di viola, lo smalto sulle unghie e due tatuaggi sulle braccia. Al termine di un interrogatorio-fiume, insieme al coetaneo ritenuto suo complice, il ragazzo ha ammesso le proprie responsabilità: «Sono stato io ad accoltellarlo». Entrambi erano stati prelevati dai carabinieri ieri mattina in un lussuoso albergo del quartiere Prati, nel centro di Roma. Sembravano storditi. È stata la famiglia facoltosa del killer a pagare il soggiorno, sia per lui che per l'amico. Dopo ore di interrogatorio nella caserma del nucleo investigativo di via In Selci, hanno iniziato a fare parziali ammissioni. In serata li hanno raggiunti anche i pm Nunzia D'Elia e Maria Sabina Calabretta, e intorno alle 23 hanno chiuso il verbale con l'accusa di omicidio. I due sarebbero dovuti rientrare ieri sera in Usa con un volo già prenotato. LEGGI ANCHE: ELDER E NATALE ACCUSATI DI OMICIDIO E TENTATA ESTORSIONE LA COCAINA, LE COLTELLATE, LA FUGA: COME HANNO AGITO ELDER E NATALE  Erano in cerca di droga a Trastevere, ma la sostanza acquistata era semplice aspirina: perciò hanno rubato la borsa del pusher nel tentativo di recuperare i soldi. Questa la dinamica della vicenda che ha portato all'omicidio del vicebrigadiere . In base a quanto ricostruito dagli inquirenti i due ragazzi americani si erano recati a Trastevere per acquistare sostanze stupefacenti: dopo essersi resi conto di essere stati ingannati, hanno strappato la borsa allo spacciatore che conteneva il suo telefono cellulare. L'uomo ha quindi contattato i due chiamando il suo numero di telefono per avere indietro la borsa. Il pusher avrebbe poi chiamato il 112 per comunicare che era stato scippato e che si era accordato con i due americani per la restituzione della borsa. A questo punto, all'orario stabilito i due carabinieri, in borghese, si sono recati in via Pietro Cossa. Lì hanno incontrato i due ragazzi con i quali è scoppiata una violenta colluttazione durante la quale il vicebrigadiere è stato colpito con otto coltellate risultate poi fatali. Uno dei colpi, probabilmente quello fatale, lo ha raggiunto poco sotto l'ascella dalla parte del cuore.  Una morte che ha commosso l'Italia intera che si è stretta attorno al dolore della famiglia e dell'Arma. «Me lo hanno ammazzato», ha urlato la moglie mentre la salma veniva portata via dall'obitorio dell'ospedale Santo Spirito dove il vice brigadiere è spirato dopo l'aggressione. Rosa Maria e Mario si erano sposati 43 giorni fa, il 19 giugno scorso, ed erano tornati lunedì dalla luna di miele. La giovane coppia non poteva immaginare a quale terribile destino stavano per andare incontro. «Quando ho sentito Mario urlare ho lasciato quell'uomo e ho provato a salvarlo», avrebbe detto Andrea Varriale. Il vice brigadiere perdeva molto sangue e il collega ha dato l'allarme alle altre pattuglie che si trovavano nella zona. E mentre Mario veniva trasportato d'urgenza all'ospedale Santo Spirito, dove è morto poco dopo, i malviventi si sono dati alla fuga. Immediatamente sono partite le ricerche per individuare i responsabili. Sul luogo è arrivata la sezione rilievi dei carabinieri e sono state visionate le telecamere di sorveglianza della zona. Dalle prime informazioni emerse, la caccia all'uomo era indirizzata verso due maghrebini (l'equivoco è dovuto alla carnagione dell'assassino reo confesso). Dopo qualche ora, in un albergo a pochi metri dal luogo dell'accoltellamento, il «Meridien» in via Federico Cesi, i carabinieri hanno rintracciato i due cittadini statunitensi, inizialmente sospettati del furto del borsello. Incalzato dalle domande dei carabinieri,il ragazzo con i capelli mesciati - lo stesso già descritto dalla centrale operativa nelle prime ore della mattina e immortalato in una foto insieme al complice nella stanza dell'hotel - alla fine ha ammesso tutto. Intanto, la vicenda del carabiniere ucciso ha toccato il cuore di tutti gli italiani. Da più parti è arrivato il cordoglio per quanto accaduto. E i familiari, partiti da Somma Vesuviana, in Campania, sono arrivati nell'ospedale romano. Le urla strazianti della madre Silvia e della moglie Rosa Maria, hanno commosso i presenti. «Mario, Mario no!», gridavano le donne pochi istanti prima che il furgone della Mortuaria portasse via il corpo. «La devono pagare. Mario amava il suo lavoro, era il suo sogno. Perdere così la vita è una sconfitta, lui si è difeso fino alla fine», ha detto la zia Rosa, anche lei arrivata a Roma insiemi al fratello e alla sorella di Mario distrutti dal dolore. Oggi l'autopsia sul cadavere della vittima. Mentre la camera ardente che sarà aperta dietro la caserma di piazza Farnese domenica a partire dalle 16 e lunedì mattina.

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