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Edgar Lee non risponde, l'altro conferma tutto. Il gip convalida il fermo

L'interrogatorio dei due americani per la convalida del fermo

Davide Di Santo
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Restano in carcere Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjort, i due cittadini americani accusati dell'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega. Il gip di Roma Chiara Gallo ha convalidato il fermo così come sollecitato dalla Procura. I due sono accusati di concorso in omicidio e tentata estorsione.  "Il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere, è un ragazzo di 19 anni molto provato dalla situazione. Per rispetto del militare è meglio stare in silenzio". Lo ha detto l'avvocato Francesco Codini, difensore di Elder Finnegan Lee, il giovane americano che ha ammesso di aver accoltellato il vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega, al termine dell'interrogatorio per la convalida del fermo. Non si è invece avvalso e davanti al gip di Roma, Chiara Gallo, e ha ribadito quanto detto nell'interrogatorio di ieri sera Christian Gabriel Natale Hjort.  "Non pensavo fosse un carabiniere, avevo paura di essere nuovamente ingannato", ha detto Lee agli inquirenti quando ha confessato di essere l'autore materiale dell'omicidio del carabiniere. Da chiarire anche la posizione dell'altro americano. "Proprio perché i carabinieri si sono qualificati all'atto dell'intervento né avevano alcun motivo per non procedere con le consuete formalità e proprio perché nessuno dei due ha neppure tentato di estrarre un'arma, la reazione di Elder è del tutto spropositata e per la particolare violenza risulta arduo pensare che Natale non si sia reso conto di quanto stava accadendo", è quanto ritiene la procura di Roma nel provvedimento di fermo emesso a carico dei due 19enni americani.  Intanto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, è tornato a commentare l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. "Sperando che l'assassino del nostro povero carabiniere non esca più di galera, ricordo ai buonisti che negli Stati Uniti chi uccide rischia la pena di morte. Non dico di arrivare a tanto, ma al carcere a vita (lavorando ovviamente) questo sì", scrive su Facebook Salvini.  Dal furto di un borsello di un pusher a Trastevere, zona della movida romana, all'agguato nel quartiere residenziale di Prati costato la vita al vicebrigadiere Mario Rega Cerciello. Si è  consumata nel giro di pochissime ore, nella notte tra il 25 e il 26 luglio, la bravata di due ragazzi americani, culminata con la morte di un militare dell'Arma e il loro fermo per concorso in omicidio aggravato ed estorsione. Come si siano svolti i fatti lo racconta la procura di Roma nel provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso a carico di Christian Gabriel Natale Hjort e Elder Finnegan Lee, 19enni di San Francisco da ieri notte rinchiusi nel carcere romano di Regina Coeli. Stando a quanto accertato, per il momento, dall'Arma dei carabinieri, i due ragazzi, nella zona di piazza Mastai, vanno alla ricerca di droga nella notte di venerdì scorso. Comprano un po' di cocaina da un pusher (Sergio B.) ma dopo un po' si accorgono di essere stati imbrogliati: avevano acquistato dell'aspirina. Tornano dal pusher e gli portano via per vendetta il borsello, contenente tra l'altro un cellulare, fondamentale strumento di lavoro per chi spaccia droga e ha necessita' di mantenere rapporti con la clientela. Il pusher si mette in contatto con i due e chiede loro la restituzione del borsello. I ragazzi americani si dicono disposti a restituire quanto dovuto formulando una richiesta di ricompensa di 100 euro e un grammo di cocaina. Stabiliscono l'appuntamento, per lo scambio, in via Pietro Cossa, a due passi dall'hotel Le Meridien Visconti dove hanno preso una stanza, e l'orario, le 2 di sabato 26.  All'incontro concordato, però, i due giovani trovano i carabinieri Mario Rega Cerciello e Andrea Varriale, a loro volta allertati dal pusher. I militari sono in borghese e, si legge nel provvedimento di fermo, si qualificano come appartenenti all'Arma, anche se quest'ultima circostanza è confermata solo da Natale Hjorth che è in grado di capire l'italiano. L'altro la nega o si giustifica dicendo di non comprendere la nostra lingua. I carabinieri, che non estraggono le armi, si avvicinano agli americani con i quali "ingaggiano una colluttazione". Cerciello con Elder che estrae un coltello e Varriale con Natale Hjorth. Cerciello viene colpito "in zone vitali" con "numerosi fendenti" e muore poco dopo al Santo Spirito, inutilmente soccorso in un primo momento dal collega che e' costretto a lasciare stare il giovane americano. Elder e Natale Hjorth "si danno a una precipitosa fuga verso l'hotel incuranti delle condizioni di Cerciello, esanime". Il facchino de Le Meridien, Biagio Di Paola, presente alle 2,45 presso la struttura, nota il "passo veloce con il quale uno dei due ragazzi entra nell'albergo" e fornisce agli investigatori una descrizione dell'abbigliamento.

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