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Carabiniere ucciso, uno dei due americani ha confessato: sono stato io

Il furto dopo essere stati ingannati da un pusher, ora ai domiciliari

Valeria Di Corrado
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Uno dei due giovani americani fermati oggi per l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ha ammesso le proprie responsabilità e ha confessato di essere lui l'autore materiale dell'accoltellamento del carabiniere. Si tratterebbe del giovane con le meches, come descritto dai primi identikit. I due  cittadini americani sono stati interrogati dai magistrati della procura di Roma nella caserma dei carabinieri di via In Selci. I due erano stati sorpresi dai carabinieri questa mattina presso l'hotel Le Meridien di via Federico Cesi, a pochi passi dal luogo del delitto. La dinamica dei fatti apparirebbe diversa a quella del "cavallo di ritorno" di cui si è parlato nel corso della giornata. I due, secondo quanto si apprende, volevano comprare droga da un pusher a piazza Mastai ma hanno rubato il borsello dello spacciatore per riavere i soldi dopo essersi accorti che lo spacciatore gli aveva dato semplice aspirina. Sarebbe questa la dinamica del furto avvenuto ieri notte a Roma che ha portato poi all'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti con i due ragazzi americani, sarebbe stato lo stesso pusher a contattare i carabinieri dopo che i due giovani gli avevano rubato il borsello dicendo di aver preso appuntamento con i due statunitensi per la restituzione della borsa. I due militari si sono quindi presentati all'appuntamento in via Cossa in borghese. Al momento dell'incontro però è scoppiata la colluttazione e uno dei due americani ha accoltellato il carabiniere, poi deceduto. Una ricostruzione, questa, che lascia comunque aperti numerosi interrogativi. Tra tutti, il motivo che avrebbe spinto uno spacciatore a cercare l'aiuto dei carabinieri. Il pusher, secondo quanto trapela, sarebbe stato posto agli arresti domiciliari.  I due ventenni sarebbero ripartiti questa sera con un volo da Roma per gli Stati Uniti. Uno dei due ragazzi, di famiglia molto facoltosa, avrebbe pagato il conto dell'hotel di lusso anche all'amico ora con lui davanti agli inquirenti.  Intanto la John Cabot University, attraverso il suo presidente, ha smentito la voce che i due giovani siano studenti dell'istituto americano con sede a Roma. "In nostri studenti alloggiano in residence, non in albergo", fa sapere il presidente della John Cabot. In precedenza quattro persone erano state identificate in relazione all'uccisione del carabiniere. Si tratta dei marocchini B.N., nato nel 1990, N.K. dell'81,  M.S. del 1975 e del francese di origine algerina G.K. classe 1975. Secondo quanto si apprende non avrebbero avuto un ruolo attivo nella dinamica dell'aggressione al militare. 

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