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Valeria Marini, il bagno è salato: multa e daspo

Valeria Marini

Il siparietto a piazza di Spagna nella Barcaccia

Francesco Fredella
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Dai baci stellari alle multe. La Marini ne prende una, bella salata, per il bagno nella fontana del Bernini di piazza di Spagna. Una contravvenzione di 450 euro ed un Daspo urbano. Tutto questo perché, durante la registrazione del videoclip del suo nuovo singolo, l'ex primadonna del Bagaglino è entrata nella Barcaccia tra i flash dei fotografi e curiosi. Ce ne erano migliaia in piazza. La scena è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza,visionate successivamente dagli agenti della Polizia Locale che, secondo la ricostruzione dei fatti, si trovavano in cima alla scalinata di Trinità dei Monti. Nel frattempo, intorno alla Barcaccia, era aumentata la folla di curiosi. All'arrivo della Polizia, però, la Marini non c'era più. Dopo un'attenta analisi dei filmati delle telecamere della zona, ma anche dopo che la notizia che ha fatto il giro sui siti, alla showgirl è stata notificata una multa.  Tutto questo - come raccontato - per registrare il videoclip di Me Gusta, il nuovo tormentone musicale che dovrebbe portare nei prossimi giorni la Marini all'Amnesia di Ibiza. Ma prima deve pagare il conto al Campidoglio. Salato, altro che stellare. Come è accaduto ad Aida Nizar, che lo scorso anno, fece un bagno di notte in una fontana.  Intanto, la Polizia Municipale punta il dito contro la Marini. "È singolare che un noto personaggio dello spettacolo, che dovrebbe per primo fornire  un esempio positivo di condotte irreprensibili, si renda invece protagonista di un'azione volgare oltrechè illecita e messa in atto solo per puri interessi personali. Una condotta del genere è inammissibile e condanno fermamente questo gesto  offensivo nei confronti di tutta la città e di chi si impegna ogni giorno a far rispettare le regole", dichiara il Comandante Antonio di Maggio  "Condanno fermamente questo gesto offensivo nei confronti di tutta la città e di chi si impegna far rispettare le regole", conclude Di Maggio.

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